Svizzera, dove prostituirsi è legale. Corriere: “Italiane frontaliere del sesso”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2014 - 15:51 OLTRE 6 MESI FA
In Svizzera, dove prostituirsi è legale Quelle italiane frontaliere del sesso

Svizzera, dove prostituirsi è legale

LUGANO – Si continua a parlare di prostituzione in Svizzera. Dopo la presentazione del nuovo progetto di legge, attualmente al vaglio della Commissione della legislazione, che i più scettici hanno già definito “un vademecum” per facilitarla, e oggi, 13 aprileè il “Corriere della Sera” a mettere i fari sulla realtà delle prostitute nella Svizzera italiana in una pagina dedicata al tema.

Il quotidiano, che non manca di citare il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi (“L’obiettivo è di evitare la prostituzione di strada e la clandestinità”) presenta una realtà all’avanguardia, chiaramente al passo con le richieste del mercato e le esigenze di tutela pubblica.

L’ottica di analisi, evidentemente, è quella di un Paese nel quale una legge dello Stato di oltre mezzo secolo, per la precisione 56 anni fa, vieta le case chiuse e appare più arretrata rispetto alla tolleranza elvetica. Una direzione che invece un fronte politico capeggiato dalla Lega Nord di Matteo Salvini intende nuovamente percorrere, in nome di una maggiore sicurezza sociale (la prostituzione e la malavita dilagano sulle strade italiane) e pure di un auspicato controllo sanitario a beneficio di chi esercita il meretricio. In questo senso, settimana scorsa, come ricorda il reportage di Chiara Maffioletti, il Consiglio regionale lombardo ha approvato (anche se di strettissima misura) la proposta leghista, che – per legge – dovrà ora trovare il sostegno di almeno altri quattro esecutivi regionali per poter avere validità e sperare di poter abolire parzialmente l’obsoleta legge Merlin del 1958, appunto.

Casalinghe o studentesse che trovandosi in difficoltà, senza un posto di lavoro, varcano quotidianamente il confine per esercitare la prostituzione nei luoghi che hanno ottenuto un permesso dall’autorità cantonale. Tra questi si cita il Motel Castione, il Bar Oceano o il Pompeii: tre luoghi nei quali “prostituirsi è legale”. E dove, come detto, si conosce un aumento della prostituzione importata anche da oltre confine. Ovviamente anche i gestori dei postriboli nostrani attingono dal grande serbatoio di donne dell’Europa dell’Est. I drammi umani che si celano dietro al fenomeno, qualunque sia la piattaforma d’osservazione, non hanno confine.