Tor, rete a prova di privacy del deep web invasa da malware, sesso, droga e armi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 19 Settembre 2013 - 15:06| Aggiornato il 26 Febbraio 2015 OLTRE 6 MESI FA

Tor, rete a prova di privacy del deep web invasa da malware, sesso, droga e armiROMA – Malware, sesso, droga e armi tengono in ostaggio Tor, la rete del deep web dove è possibile navigare in totale anonimato e privacy. Questo il risultato di una ricerca dell‘Università del Lussemburgo su Tor, il servizio che garantisce agli utenti di navigare senza essere rintracciati o spiati. La rete nata con lo scopo di salvaguardare la privacy è stata però invasa da utenti con scopi illegali, spiega Rosita Rijtano su Repubblica, anche se gli esperti avvisano: “La tecnologia ha un valore sociale altissimo, diffondiamola per migliorarne l’uso”

La rete di Tor, emersa alle cronache dopo lo scandalo del Datagate, in poco meno di un mese è passata da 500 mila utenti a 1,5 milioni, scrive Repubblica:

“Una bordata lanciata nei giorni scorsi dal sito del Massachusetts Institute of Technology, quando la Bbc ha dato notizia di un’impennata nelle connessioni al “network a cipolla”, dove nessuno può sapere chi sta parlando con chi: dalle 500 mila dello scorso 19 agosto a 1,5 milioni alla fine del mese. Un boom inspiegabile, ha rallentato il browser e causato non pochi problemi agli operatori. “Crescita dovuta all’uso del servizio nei paesi oppressi dai regimi totalitari per sfuggire alla censura ufficiale”, ha speculato qualcuno. “Abbiamo prove si tratti di criminali informatici”, ha replicato Fox-IT, compagnia di sicurezza tedesca”.

Vincenzo Iozzo, esperto di sicurezza informatica e membro della conferenza di hacker ‘Black hat review board’, ha spiegato:

“C’è da fare un’importante distinzione tra l’utilizzo che oggi si fa della rete Tor e la tecnologia sfruttata, detta di onion routing, che permette a chiunque di mantenere un alto livello di anonimato e privacy”. Al momento il network è in parte usato per scopi illeciti, inutile negarlo, “ma – prosegue Iozzo – in futuro l’impiego potrebbe diffondersi, riducendo in percentuale le sacche di criminalità. La tecnologia e le sue possibili applicazioni hanno un valore sociale molto più elevato rispetto agli illeciti commessi. Niente limitazioni, la soluzione è incrementarne l’uso. Infatti, se tutti quanti sfruttassero il sistema, sarebbe molto più complesso per i regimi identificare eventuali dissidenti”.

Tor fu creato nel 1996 dalla Marina degli Stati Uniti per tenere al sicure le comunicazioni governative, poi fu estesa ai normali utenti ed è utilizzata nei paesi dove regimi impongono la censura al web, come Cina o Iran:

“Il funzionamento è semplice. Grazie a Tor la comunicazione, tra il nostro computer e il sito visitato, passa attraverso dei server messi a disposizione dai volontari, che agiscono da router e rendono difficile intercettare origine, destinazione e contenuto dei messaggi. Non solo: sfruttando la sua rete, si può accedere agli hidden services, cioè dei servizi nascosti (come siti web) che sono protetti da anonimato e solitamente raggiungibili con un’estensione del dominio .onion. Sono proprio loro a esser finiti nel mirino della ricerca dell’Università del Lussemburgo”.

Sfruttando un bug nella rete i ricercatori del Lussemburgo hanno studiato il traffico di Tor e scoperto che il 44% usa la rete per scopi illegali:

“Con la conclusione che il numero d’indirizzi dedicati a traffici leciti e no si equivalgono, anzi il legale batte l’illegale: 56 per cento contro 44 per cento. È il loro successo a fare la differenza. Sui venti che registrano più accessi, undici sono centri di botnet, altri cinque sono dedicati a contenuti per adulti, uno ai bitcoin, la moneta digitale, un’altra è la Silk road, il mercato della droga, che si piazza al 18esimo posto con 1.175 richieste in due ore, mentre due non possono essere tracciati. Solo, rispettivamente, 27esima e 157esima posizione per i siti di ricerca anonimi “FreedomHosting” e “DuckDuckgo”. “Un panorama angosciante”, concludono i ricercatori”.