Presidente Bundesbank ironizza su Matteo Renzi: “Ora ci spiega lui cosa fare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2014 - 23:25| Aggiornato il 4 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
il presidente della Bundesbank Jens Weidman

Il presidente della Bundesbank Jens Weidman

BERLINO – La Bundesbank ha lanciato un monito, la sera del 3 luglio a Berlino davanti a una platea di conservatori della Cdu, contro Renzi e la flessibilità sul patto di bilancio e sulle riforme che ”vanno fatte e non solo annunciate”. “Fare più debito non porta crescita”, ha scandito il presidente della Bundesbank Jens Weidman facendo eco alle critiche arrivate nelle scorse ore contro Renzi e i socialisti da parte di Manfred Weber, il nuovo capogruppo del Partito popolare europeo, che aveva accusato i governi a guida Pse di aumentare il debito senza fare le riforme necessarie. 

Le decisioni prese la settimana scorsa al vertice europeo che hanno aperto ad una migliore uso della flessibilità, secondo Weidman ”contengono il pericolo che sia colto più che mai il pretesto per una interpretazione morbida” del fiscal compact. ”Questo penalizza la credibilità del patto di stabilità e crescita”. Weidmann ha segnalato inoltre che i tassi sui titoli di stato di Italia e Spagna ”non sono mai stati così bassi”. Una situazione che non aiuta a irrobustire la volontà riformatrice dei paesi sovraindebitati: ”C’è il timore che i tassi bassi non siano usati per consolidare i bilanci, quanto piuttosto per finanziare altre spese”.

Weidmann punta poi dritto contro Renzi e la famosa frase del “selfie” che fotografa l’Unione europea in questa fase: ”Matteo Renzi dice che la foto dell’Europa è il volto della noia, e ci dice anche cosa dobbiamo fare…”.

Al difensore della linea del rigore e delle regole ha risposto il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble spiegando alla platea della Cdu la complessità degli equilibri politici in Europa. Il ministro ha ribadito la necessità di riforme, crescita e investimenti: ”Ci si deve attenere a quello che è stato concordato – ha detto, spiegando di ”rifiutare il dibattito sulla flessibilità” così come viene proposto. ”Bisogna certamente promuovere la crescita, e bisogna fare investimenti”. Citando due volte i colloqui con Pier Carlo Padoan, ha ribadito che vi è accordo sul tema della implementazione: ”Abbiamo parlato di come migliorarla in alcuni Paesi”.

Non è possibile, ha insistito, che i 6 miliardi destinati alla occupazione non siano utilizzati perchè non vi è la possibilità di farlo. Poi il ministro ha allargato l’orizzonte del suo discorso: ”Saremo pragmatici – ha spiegato – Per cambiare i trattati in Europa servono due anni”, non si può ogni volta passare attraverso il sentiero stretto delle regole. E a chi scrive che il governo Merkel vuole un’Europa tedesca, ha risposto: ”Non vogliamo un’Europa tedesca, ma un’Europa forte”.

Intorno alle 22,20 intanto, anche Palazzo Chigi ha replicato a  Jens Weidman: “Se la Bundesbank pensa di farci paura forse ha sbagliato Paese. Sicuramente ha sbagliato governo“.

Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevendo nel pomeriggio al Quirinale la Commissione Ue aveva rivendicato i successi italiani sui conti pubblici: “Bisogna dire che abbiamo fatto molto negli ultimi anni: l’aggiustamento della finanza pubblica che c’è stato in Italia negli ultimi anni può sfidare qualsiasi termine di paragone”.  E sulla crescita aveva ribadito: “Dobbiamo riuscire a combinare la coerenza dei nostri impegni per il risanamento della finanza pubblica con l’obiettivo diventato ormai imperioso del rilancio della crescita e dell’occupazione”.