Catalogna, scontri per il referendum. Guardia Civil sfonda ai seggi: 337 feriti FOTO-VIDEO

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Ottobre 2017 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

Catalogna, code all'alba per votare. Polizia catalana sta a guardare, Guardia Civil sfonda la porta04BARCELLONA – Altissima tensione in Catalogna dove, fin dalle prime luci dell’alba, migliaia di persone erano già in fila fuori dai seggi elettorali, pronte ad esprimere il proprio voto sull’indipendenza. Le forze antisommossa spagnole hanno fatto irruzione in molti seggi, caricando la folla, e usando anche proiettili di gomma, per impedire lo svolgimento del referendum. Ci sono stati scontri. Il bilancio è drammatico: 337 feriti e contusi, secondo il governo catalano. Almeno 40, secondo altre fonti. Nove sono state ricoverate, una è stata sottoposta ad un intervento a un occhio perché colpita in faccia da un proiettile di gomma.

Secondo quanto riporta la stampa locale, attivisti indipendentisti hanno passato la notte a sorvegliare i seggi che hanno aperto alle 9, anche se la Guardia Civil, la polizia nazionale, aveva sbarrato gli ingressi. In alcune zone della città sono stati allestiti banchetti all’aperto per consentire il voto. Gli agenti del Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, invece, sono rimasti a guardare, limitandosi al pattugliamento di diverse zone della città.

Dinanzi all’inattività dei colleghi catalani, la Guardia Civil spagnola in tenuta anti-sommossa è entrata in azione: i poliziotti nazionali sono intervenuti nel seggio di Sant Julia de Rumis a Girona dove alle 9.15 era previsto dovesse votare il presidente catalano Carles Puigdemont. Gli agenti spagnoli hanno allontanato la stampa e usato la forza per spostare la folla di cittadini concentrati a protezione del seggio. Poi hanno fatto irruzione, sfondando le porte. I poliziotti, alcuni dei quali imbracciavano fucili lancia granate, sono usciti al centro portando le urne sequestrate in mezzo a una folla di elettori che gridavano “votarem!”

La resistenza della popolazione catalana è stata pacifica e passiva. Molti si sono seduti davanti ai seggi per fermare l’avanzata degli agenti spagnoli. La Guardia Civil ha fatto irruzione in particolare nel seggio di San Julià de Ramis a Girona dove era atteso il presidente catalano Carles Puigdemont, che però ha votato in un altro seggio, come pure il vicepresidente Oriol Junqueras.

Per aggirare l’attesa chiusura dei seggi da parte della polizia, il governo catalano ha reso noto che ogni elettore può votare in uno qualsiasi dei seggi del paese. Puigdemont ha denunciato la “brutalità ingiustificata della polizia spagnola”, affermando che “è una vergogna che accompagnerà per sempre l’immagine dello stato spagnolo”.

Il portavoce del Governo catalano Jordi Turull ha detto che “dai tempi del franchismo” non si vedeva “una violenza di stato” come quella esercitata in Catalogna “contro la democrazia”. Il prefetto spagnolo in Catalogna Enric Millò – di cui il governo catalano ha chiesto “le immediate dimissioni” – ha definito “una farsa” il referendum e ha affermato che “siamo stati costretti a fare quello che non volevamo fare”.

La Guardia Civil ha interrotto le comunicazioni internet in diversi seggi per impedire il voto. In alcuni centri elettorali l’intervento degli agenti spagnoli è stato particolarmente brutale, riferisce la tv pubblica Tv3, usando i manganelli anche contro persone anziane. Il sindaco di Barcellona Ada Colau ha accusato il premier spagnolo Mariano Rajoy, “un capo del governo codardo”, di avere “inondato la nostra città di polizia”. Ma Barcellona, ha detto, “non ha paura”.

Tafferugli e spintoni con la polizia si sono verificati in diversi seggi quando gli elettori si sono rifiutati di far entrare gli uomini della Guardia Civil nei seggi.

Intanto i Mossos di Esquadra si sono limitati a controllare. Secondo i media locali e testimonianze sui social network, la polizia catalana al momento non ha sequestrato il materiale elettorale – come invece aveva ordinato loro la procura spagnola – limitandosi a contare le persone presenti e a controlli sulla sicurezza, per poi andare via, in alcuni casi tra gli applausi dei cittadini che presidiano i seggi in vista dell’apertura delle urne.

Oltre a sbarrare le sezioni dove si dovrebbe votare il governo di Madrid ha preso sabato il controllo del centro Telecomunicazioni Ctti della Generalitat, per staccare le applicazioni che consentono il conteggio dei risultati, ma anche un possibile ricorso al voto elettronico. Dura la reazione ufficiale degli indipendentisti: “E’ un attacco alla democrazia, votiamo lo stesso”.

Le organizzazioni indipendentiste della società civile, Anc e Omnium, e della piattaforma “Scuole aperte” hanno lanciato un appello ai catalani a recarsi ai propri seggi di voto fin dalle 5 del mattino e dato indicazioni su come comportarsi: nel caso trovino chiuso il seggio, dovranno assediare gli ingressi fino a quando non verranno aperti, e in presenza della polizia attuare “una resistenza pacifica”. Lo riferisce La Vanguardia. Le organizzazioni hanno inoltre chiesto di portare frutta e cibo a coloro che passeranno la notte nei seggi.

Anche Pep Guardiola, l’allenatore catalano del Manchester City, si è schierato. “Io ho votato – dice – Non si vota per l’indipendenza, ma per la democrazia”.