Corte Strasburgo “libera” terrorista Eta: polemiche in Spagna

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Ottobre 2013 - 01:04 OLTRE 6 MESI FA
Ines del Rio Prada

Ines del Rio Prada

MADRID – Una sentenza attesa, ma accolta con molte polemiche in Spagna, perché fa giurisprudenza e comporterà, salvo colpi di scena, la scarcerazione di un’ottantina di affiliati all’Eta, 70 dei quali condannati per terrorismo, gli altri per reati comunque gravi. E’ quella emessa dalla Grande Camera del Tribunale europeo dei Diritti Umani di Strasburgo, che ha condannato la Spagna per aver mantenuto in carcere per 5 anni più del dovuto l’ ‘etarra’ Ines del Rio Prada – condannata a 3.828 anni di reclusione per 24 omicidi – in base alla cosiddetta dottrina Parot, giudicata contraria all’articolo 5.1 della convenzione europea dei diritti umani.

Introdotta nel 2006 dalla Corte Suprema spagnola, la dottrina Parot calcola i benefici di pena sul cumulo delle condanne e non sui 30 anni di reclusione massima fino a quel momento previsti dal Codice Penale. La sentenza di Strasburgo stabilisce che non si può applicare questo tipo di calcolo a reati commessi prima del 1995, in quanto diventa retroattiva violando i diritti fondamentali dei detenuti. Nel respingere il ricorso presentato dal governo spagnolo, la Grande Camera ha confermato in via definitiva la sentenza emessa nel luglio 2012 dalla Corte europea dei Diritti Umani, che condannava la Spagna a risarcire con 30.000 per danni morali del Rio, che ha finora scontato 26 anni e 2 mesi di detenzione. 55 anni, del Rio è membro del commando Madrid dell’Eta, autore fra gli altri di attentati come quella della Plaza de la Republica Dominicana della Capitale, nel quale morirono 12 guardie civili.

La sentenza definitiva apre la porta alla scarcerazione di decine di militanti dell’Eta e a un pugno di detenuti comuni con condanne per reati gravi: secondo la stima della Direzione Penitenziaria, 69 detenuti per reati di terrorismo, dei quali 61 per appartenenza all’Eta, che potrebbero tornare in libertà in una prima fase. A questi se ne aggiungono 6 del Grapo, uno del Gal e uno dell’Ejercito Guerrillero del Pueblo Gallego; oltre a 15 tra assassini e stupratori. La sentenza odierna rappresenta un duro colpo per le vittime del terrorismo in Spagna, rilevano diversi responsabili. “Danno, dolore, sofferenza, paura, disperazione, vergogna e pena” sono i sentimenti espressi da Angeles Pedraza, presidente dell’AVT, la maggiore associazione di vittime del terrorismo. Il suo collega dell’associazione ‘voci contro il Terrorismo’, Francisco Josè Alvarez, ha chiesto al governo di non applicare la sentenza della corte di Strasburgo.

La condanna della ‘dottrina Parot’, rappresenta – secondo la stampa spagnola – una vittoria morale per l’Eta, responsabile della morte di 829 persone in oltre 40 anni di attentati, proprio al compimento – ieri – del secondo anniversario della tregua unilaterale decretata dall’Eta, in un processo di pace fermo a un punto morto nel Paese Basco, anche per il rifiuto dell’esecutivo del PP di aprire qualunque dialogo con i terroristi. La sentenza è stata accolta da applausi da un mezzo migliaio di attivisti della Sinistra patriottica indipendentista, la Izquierda Abertzale, concentrati davanti alla delegazione del governo a Bilbao. Il ministro della giustizia, Alberto Ruiz-Gallardon, in una conferenza stampa con il titolare del dicastero degli Interni, Jorge Fernandez Diez, ha detto che l’esecutivo “si rammarica” per al sentenza di Strasburgo “che riguarda un caso concreto”. Il governo – ha assicurato il titolare degli interni – “non farà marcia indietro nella sua politica antiterrorista e penitenziaria”, né consentirà alcun atto che comporti un’istigazione al terrorismo o l’umiliazione delle sue vittime.