Elezioni in Germania, Angela Merkel come Margaret Thatcher

di Stefano Polli
Pubblicato il 22 Settembre 2013 - 18:46 OLTRE 6 MESI FA
Elezioni in Germania, Angela Merkel come Margaret Thatcher

Angela Merkel (Foto Lapresse)

ROMA (ANSA) – Dodici anni come la Thatcher. E come la Lady di ferro ha la possibilità di incidere in profondità sui destini economici e politici europei. Si spera meglio di quanto fece l’ex premier britannico. Angela Merkel è al bivio della storia. Altri quattro anni al potere a Berlino. E saranno dodici, proprio come l’altra grande donna che ha attraversato la politica europea, la Thatcher, amata o odiata senza mezze misure e che dal 1979 al 1990 stravolse il tessuto economico e sociale del suo Paese, tirò fuori definitivamente la Gran Bretagna dal consesso europeo e aprì la strada, insieme a Ronald Reagan, alla deregulation finanziaria che ha certo contribuito a portare poi il mondo alla devastante crisi attuale.

La Merkel ha la possibilità ora di tracciare, insieme agli alleati europei, la strada nuova per l’Ue, una strada di coraggio e di ambizione, di solidarietà e di apertura. Certo, una strada diversa da quella a cui la Germania ha costretto l’Europa fino ad oggi.

Ci sono moltissime differenze tra Margaret Thatcher e Angela Merkel. Dura e spigolosa la prima, più flessibile e riflessiva la seconda, ma non per questa più debole. Antieuropea nell’anima la prima: ”I want my money back” è una frase (riferita ai contributi britannici all’Ue) che rimarrà nella storia come molte altre del primo ministro britannico, al quale va dato atto di non aver mai avuto paura di seguire fino in fondo le sue idee e convinzioni, contro tutti e contro tutto. Europeista convinta la seconda, anche se negli ultimi anni la crisi economica e la ricerca di consenso interno hanno offuscato la sua immagine.

La Thatcher non aveva sfumature: la guerra delle Falklands, la battaglia contro l’Ira e la morte in carcere di Bobby Sands e altri militanti nordirlandesi, lo scontro con i minatori e i sindacati hanno mostrato una donna decisa e pronta a tutto pur di raggiungere i suoi obiettivi. Così come è vero che la Gran Bretagna da lei ereditata era un Paese buio e depresso dalla crisi economica e che sicuramente ha saputo, quanto meno, resuscitare in parte l’orgoglio nazionale britannico.

La Merkel sa muoversi su più fronti strappando consensi grazie a una diplomazia innata, più nei modi che nella sostanza. Le sue idee, in realtà, sono molto chiare e nette. Ma c’è un punto in comune: nei lunghi anni al potere entrambe hanno avuto in mano le chiavi delle decisioni sul futuro europeo.

Il Big Bang Act del 1986, la legge della Thatcher sulla deregulation della borsa di Londra, ha dato una spinta forte all’economia inglese. Ma la riduzione dei controlli e delle regole ha dato il via a una deriva finanziaria che, secondo diversi analisti, è alla base della crisi americana del 2007-2008, alla creazione delle bolle bancarie e immobiliari. L’ultraliberismo della Thatcher e di Reagan ha sicuramente contribuito ad aprire la strada alle crisi di oggi.

La Merkel ha adesso le sue responsabilità. La Germania che lei guiderà per altri quattro anni ha in mano buona parte dei destini europei. Il futuro dell’Euro dipende molto dall’atteggiamento che avrà Berlino. Il tempo non è molto. In primavera si terranno decisive elezioni europee con i partiti euroscettici che guadagnano consensi con la crisi e la recessione che mordono le vite delle famiglie europee.

Se la Merkel avrà il coraggio di ispirarsi al suo vecchio maestro Helmut Kohl guardando l’Europa con occhi diversi, lei, la Germania e l’Europa stessa avranno molto da guadagnare. Servono sicuramente nuove iniziative per la crescita e l’occupazione. ma serve, soprattutto, un nuovo slancio europeo. Servono speranza e ottimismo, un ritorno ai valori e ai principi che sono alla base dell’inizio dell’avventura europea. Altrimenti le cose andranno inevitabilmente in altro modo. La Thatcher fu costretta, durante il suo terzo mandato, a dimettersi rinnegata dal suo stesso partito. La storia insegna. E la Merkel è davanti al bivio della sua storia.