Erasmus salvo, l’Europa ci mette la pezza

Pubblicato il 11 Ottobre 2012 - 13:42 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – L’Erasmus è salvo. Alla fine la toppa europea è arrivata. Il 23 ottobre a Bruxelles verrà presentata una bozza di variazione sul budget comunitario e in questo modo sarà garantita la copertura finanziaria per il programma Ue che consente ai giovani di studiare per un periodo in un’università estera. Cosa è successo? La responsabilità, più che europea, è dei governi nazionali. Che, causa crisi, hanno destinato sempre meno risorse alla ricerca. E quindi il Fondo Erasmus, europeo, è rimasto sempre più a secco. Fino all’allarme di qualche giorno fa: a ottobre finiranno i soldi. “Solo per il 2012 c’è un buco di 10 miliardi di euro” a causa del ”comportamento assurdo” dei governi, denunciava il presidente della Commissione bilancio del Parlamento europeo, il francese Alain Lamassoure.

La situazione la spiega La Stampa riepilogando una polemica che va avanti da giorni prima che si arrivasse alla soluzione:

Il buco non doveva comunque cogliere di sorpresa. Nel 2011 è successa la stessa cosa. Quando le autorità competenti – il Parlamento europeo e il Consiglio (cioè i governi) – rifiutarono di riconoscere che i fondi annuali era insufficienti. In quella circostanza, la Commissione ha trasferito la competenza di 5 miliardi del 2011 all’anno in corso. Il bilancio, sottolinea Lewandoski, “era amputato sin dall’inizio”. Sempre a fine 2011, il bilancio 2012 è stato adottato da parlamentari europei e ministri nazionali ad un livello inferiore a quello ritenuto necessario dalla Commissione. Il buco si è ulteriormente allargato. Gli effetti li abbiamo visti. E potrebbero riprodursi per l’esercizio 2013 se non si metterà un poco di lungimiranza nel programmare spese e entrate. Le quali, essendo in percentuale di gettito e Pil, sono ulteriormente ridotte dalla congiuntura.