Facebook: 105 milioni di bugie condivise pro gilet gialli

di Lucio Fero
Pubblicato il 13 Marzo 2019 - 12:06 OLTRE 6 MESI FA
Facebook: 105 milioni di bugie condivise pro gilet gialli

Facebook: 105 milioni di bugie condivise pro gilet gialli

ROMA – Facebook, pagine e pagine e pagine del social network in cui si documentava la violenza dei poliziotti francesi contro manifestanti del movimento gilet gialli. Manifestanti già a terra, percossi anche se già a terra, percossi a sangue. Manifestanti, diceva il testo che accompagnava le foto, assolutamente pacifici. Le foto però non ritraevano scontri di piazza a Parigi o altrove in Francia nel 2018 o 2019.

Erano, sono foto di altri luoghi e altri tempi (Spagna 2011). Però venivano bene, veniva bene quel sangue sul selciato per raccontare gli inermi gilet gialli bastonati dalla crudelissima polizia di Macron. Milioni di visualizzazioni e, soprattutto, il formarsi di un’opinione che viaggiava su un concetto elementare e binario: gilet gialli buoni, polizia cattiva.

Il che aveva anche un vantaggio collaterale: ometteva, trascurava, nascondeva la persistenze e sistematica azione da casseurs che i cortei dei gilet gialli avevano ogni sabato ospitato, consentito, protetto. La violenza organizzata in piazza del movimento svaniva, effetto collaterale non svanito ancora.

Facebook, pagine e pagine e pagine del social network in cui si vede Emmanuel Macron che balla, sì addirittura balla ad un party. Mentre la sua polizia picchia e la gente protesta in piazza. Milioni di condivisioni. Erano, sono immagini di altri luoghi e tempi, è Macron in Armenia prima ancora che movimento gilet gialli esistesse. Però funziona: il potente che balla mentre il popolo sanguina. Un grande classico. E’ doping di sicuro effetto, fa effetto. Eccita, indigna, mobilita, sdegna.

Facebook, pagine e pagine e pagine dove si vede e si narra di una donna con passeggino arrestata dalla polizia perché portava un gilet giallo. Pagine e pagine dove mai si dice che la polizia l’aveva fermata perché nel passeggino non un bambino ma un bambolotto e allora doveroso controllo. Ma stra funziona documentare che arrestano anche le mamme con bambino in carrozzina.

Condivisioni di foto, sangue, fatti e balli artefatti e arrangiati: 105 milioni nella sola Francia (qualcosa anche da noi). Condivisioni nella sola Francia di bugie pro gilet gialli 105 milioni in Francia. Da noi sui social pure, anche se in scala molto minore. In compenso ci ha pensato la comunicazione-informazione per così dire ufficiale: in ogni tv e quotidiano i gilet gialli erano nel racconto per definizione e natura i “buoni” e lo Stato e il governo francesi i “cattivi”. E ai giornalisti italiani di viverla e raccontarla così non gliel’aveva insegnato facebook né dettato Di Maio. No, gli veniva spontaneo. Il perché e il come questo avvenga… altro ma in fondo non diverso discorso da quello sui social: chi segue l’onda, chi cavalca l’onda, chi fa onda, chi organizza l’onda e tutti insieme si fa sistema anti sistema. 

(Fonte: La Stampa)