Grecia. Tsipras sfida creditori. Voto su legge umanitaria nonostante no Troika

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Marzo 2015 - 01:50 OLTRE 6 MESI FA
Grecia. Tsipras sfida creditori. Voto su legge umanitaria nonostante no Troika

Grecia. Tsipras sfida creditori. Voto su legge umanitaria nonostante no Troika

ROMA – La Grecia sfida ancora i creditori: il Parlamento di Atene potrebbe procedere già mercoledì 19 marzo con il voto sul decreto contro l’emergenza umanitaria, misura-chiave del primo decreto del governo Tsipras, nonostante lo stop fatto arrivare dalla commissione Ue a poche ore dal voto.

E’ quello che emerge al termine di un giro di scambi fra Atene e i creditori fra cui la conference call di martedì dello Euro Working Group. Da fonti vicine al dossier si apprende che durante la chiamata fra i membri dell’organismo tecnico, che prepara i meeting dell’Eurogruppo, vi sarebbe stata una discussione sullo stop europeo al decreto.

Il pacchetto di misure, fra cui elettricità gratuita e aiuti per le abitazioni per gli indigenti, e un’altra misura per accelerare gli arretrati al fisco, sarebbe stato bocciato in quanto azione “unilaterale”.

La bocciatura è stata anticipata dall’emittente Channel 4, che cita una lettera firmata da Daclan Costello, alto funzionario del direttorato per gli Affari economici della Commissione Ue. Nella missiva, Costello a nome della Ue “chiede con forza che vi siano prima le dovute consultazioni, inclusa la coerenza con gli sforzi di riforma. Vi sono diversi problemi da discutere e dobbiamo farlo nell’ambio di un pacchetto coerente e completo”.

Fonti vicine al governo Tsipras spiegano che, in sfida alle osservazioni della ‘troika’, il decreto sarà comunque messo al voto, con procedura “urgente”. La conference call, durata circa mezz’ora e dalla quale non sarebbero emerse novità tali da convocare una riunione dei ministri delle Finanze dell’Eurogruppo, ha anche discusso la situazione finanziaria della Grecia, definita “precaria”, e l’assistenza che la Bce sta fornendo attraverso prestiti d’emergenza, nonché l’ipotesi di imporre limiti alle movimentazioni di capitali oggi evocata dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.