Migranti, Ue accusa Italia: rimpatri insufficienti

di redazione Blitz
Pubblicato il 10 Febbraio 2016 - 20:33 OLTRE 6 MESI FA
Migranti, Ue accusa Italia: rimpatri insufficienti

(Foto d’archivio)

BRUXELLES – Migranti, l’Unione europea critica l’Italia: ricollocamenti troppo lenti, rimpatri insufficienti, troppo pochi gli hotspot (i centri di accoglienza per lo smistamento). E’ un rimprovero a tutto tondo quello che arriva dalla Commissione europea a Roma nel rapporto sull’applicazione delle misure legate alla crisi dei rifugiati.

“RIMPATRI INSUFFICIENTI” – “L’Italia ha compiuto oltre 14mila rimpatri di persone che non avevano diritto all’asilo nel 2015 e ha partecipato a 11 voli Frontex congiunti di richiedenti asilo respinti”, ma “questo resta insufficiente nel contesto di oltre 160mila arrivi” nello scorso anno, si legge nel rapporto della Commissione europea sull’Italia in cui si sottolinea che, se le strutture di ricezione sono “già ampiamente sufficienti” per i richiedenti asilo da ricollocare, sono invece “evidenti gravi carenze” di sistemazioni pre-rimpatri con solo 420 posti.

“RICOLLOCAMENTI TROPPO LENTI” –  Nel rapporto, la Commissione europea sottolinea che “nonostante il fatto che i ricollocamenti dall’Italia siano iniziati alcune settimane prima che in Grecia, sono ancora molto al di sotto del tasso necessario a raggiungere l’obiettivo globale di ricollocare 39.600 persone che necessitano di protezione internazionale in due anni”. Ad oggi solo 279 richiedenti sono stati ricollocati, con 200 richieste in sospeso inviate ad altri Stati membri, anche se “sino ad oggi, solo 15 Stati membri hanno reso disponibili posti per il ricollocamento con la promessa di ricevere 966 persone”.

HOTSPOT – Altro punto critico sono gli hotspot, ovvero i centri di accoglienza per lo smistamento dei migranti. L’Italia avrebbe dovuto aprirne cinque, ma al momento ce n’è solo due, a Lampedusa e a Pozzallo. “Lo sviluppo degli hotspot in Italia, dice il rapporto Ue, “è lento”. È vero che “due sono pienamente operativi”, un terzo (quello di Trapani) “sarà pienamente operativo quando gli ultimi lavori di ristrutturazione saranno completati”. Ma poi ce ne sono almeno altri due da aprire. I piani per gli hotspot di Augusta e Porto Empedocle devono ancora essere finiti: “Una decisione che li riguardi è essenziale alla luce del probabile aumento dei flussi migratori durante il periodo estivo”, sottolinea la Commissione europea.

FONDI PER SALVATAGGI IN MARE – Unica nota positiva da Bruxelles è il via libera alla riprogrammazione di 124 milioni di euro di fondi europei già assegnati all’Italia che ora potranno essere utilizzati per cofinanziare misure destinate al salvataggio in mare dei migranti. A dare il disco verde alla riallocazione di questa cifra proveniente dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e ora destinata al programma operativo nazionale ‘Sicurezza’ dell’Italia è stata la commissaria alle Politiche regionali, Corina Cretu.

La decisione, presa dall’esecutivo europeo per rispondere all’emergenza immigrazione, non è la prima di questo tipo che riguarda l’Italia. Già l’anno scorso la Commissione europea aveva consentito la modifica del programma operativo della Sicilia. Il programma operativo nazionale ‘Sicurezza’ finora ha finanziato 76 progetti per l’allestimento di centri multifunzionali per i migranti legali e i richiedenti asilo nelle quattro Regioni coperte (Sicilia, Campania, Calabria e Puglia) per un ammontare di 89 milioni di euro. Le misure sono incluse nel più ampio ‘Piano per la gestione della migrazione’ e si concentra su due dimensioni: prima accoglienza e integrazione.

Le operazioni del programma ‘Sicurezza’ includono l’allestimento di aree per la sistemazione temporanea di immigrati (tra cui mense), laboratori linguistici e iniziative che mirano all’integrazione e all’inclusione sociale degli immigrati, oltre ad attività ricreative e aree sportive. Si parla anche di ‘servizi di accompagnamento’, che comprendono assistenza sanitaria e sostegno psicologico, fornito attraverso convenzioni con centri sanitari locali.