Monti ai finlandesi: “O cala lo spread o in Italia governo anti Ue”

Pubblicato il 2 Agosto 2012 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
Mario Monti (LaPresse)

HELSINKI – Un allarme dal vago sapore di minaccia: si faccia scendere lo spread oppure in Italia finiremo per trovarci con un governo anti-Europa. Il presidente del Consiglio Mario Monti lo dice a Helsinki, e lo dice non per caso. In Finlandia, infatti, il presidente del Consiglio si trova davanti interlocutori tra i più ostili: alleati di ferro di Angela Merkel e, se possibile, ancora più rigoristi dei tedeschi. E se li trova di fronte nel giorno in cui il direttivo della Bce deve produrre quei provvedimenti attesi come decisivi proprio per arginare la crisi dello spread.

Così Monti agita lo spettro anti Ue: “L’elevato livello dello spread non porta necessariamente a buone politiche e alle riforme economiche, ma all’esatto opposto. Perché posso assicurare che se lo spread dovesse rimanere a questo livello per qualche tempo si vedrà al potere in Italia un governo non europeista, non orientato all’euro e non favorevole alla disciplina di bilancio”. Che tema un governo Grillo-Di Pietro o un nuovo governo Berlusconi “pro lira” Monti non lo dice. Non interessa ai finlandesi. Mentre interessa il messaggio: che lo spread italiano cali è affare che riguarda anche gli abitanti di Helsinki.

Dopo aver parlato con gli industriali finlandesi Monti  ha riservato una piccola stoccata anche alla Bundesbank e al suo presidente Jens Weidmann:  ”C’è una tesi per cui i tassi di interessi alti costringono alle riforme e dunque sarebbero una buona cosa. In passato questo è stato in parte vero, ma oggi per valutare le riforme che uno fa ci sono strumenti migliori, come ad esempio le valutazioni della Commissione europea”. ”Se i Paesi che stanno facendo, a giudizio di Bruxelles, quello che devono fare e non vedono riconosciuto questo a livello di spread – ha proseguito Monti – allora c’è un problema perché agli occhi dei cittadini vengono messe in dubbio la bontà delle politiche economiche del governo e la bontà del progetto europeo”.

Aiuti tedeschi e francesi alla Grecia. Quindi Monti torna sulla questione degli aiuti alla Grecia. Aiuti che costano di più a Germania e Francia  rispetto all’Italia. Per Monti, però, un motivo c’è: i due paesi ottengono di più visto che le banche tedesche e francesi hanno una ”alta esposizione” in quel paese, mentre gli istituti italiani no.

‘Noi – ha detto Monti  – non chiediamo e non otteniamo alcun sostegno da nessun meccanismo” europeo.  ”Siamo il terzo piu’ grande contributore Ue e siamo il terzo piu’ largo contributore in termini di impegno per il salvataggio di Irlanda, Portogallo e del sistema banacario spagnolo. Ma se calcoliamo il netto siamo molto più vicini alle cifre di Germania e Francia. Perché? Perché essendo più grandi contribuiscono di più, ma tutti sanno che parte di queste somme tornano indietro in termini di sollievo per le banche tedesche e francesi che sono altamente esposte in Grecia, mentre le banche italiane non hanno questa grande esposizione”.    ”Questo – ha concluso il presidente del Consiglio – per dire che a volte c’è un gap fra la percezione e la realtà. E dobbiamo lavorare tutti insieme per acquisire un più profonda conoscenza della situazione degli altri Paesi”.

Infine Monti torna sulla legge elettorale e anche in Finlandia chiede ai partiti di riflettere “sul gap che si è creato fra cittadini e partiti in termini di credibilità”. Quindi, a suo giudizio, è necessario che i partiti  “lavorino per migliortare loro stessi e raggiungere un accordo sulla uova legge elettorale rapidamente perché anch’essa dà credibilità al sistema politico”.