Niente Erasmus per gli svizzeri: prima “vendetta” Ue per referendum immigrazione

di Marco Galdi
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 01:31 OLTRE 6 MESI FA
Niente Erasmus per gli svizzeri: prima "vendetta" Ue per referendum immigrazione

Niente Erasmus per gli svizzeri: prima “vendetta” Ue per referendum immigrazione (Foto Ansa)

STRASBURGO – Niente Erasmus per gli studenti svizzeri a partire dal prossimo anno accademico 2014/2015. E le domande che i ricercatori svizzeri presenteranno per avere accesso ai fondi del programma Horizon 2020 “saranno trattate come quelle di Paesi terzi”, cioè piazzate in fondo alla lista.

Sono le prime serie conseguenze della ‘guerra’ tra Ue e Svizzera per il referendum del 9 febbraio, quando il 50,3% ha chiesto a Berna di tornare a chiudere le porte all’immigrazione e imporre ‘quote’ annuali di permessi di lavoro. Già due giorni dopo il voto Bruxelles aveva annunciato la sospensione delle trattative sui negoziati in corso, il 26 febbraio è scattata la prima rappresaglia concreta.

E mentre Laszlo Andor, Commissario per il lavoro e gli affari sociali, l’annunciava alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo, il leghista Mario Borghezio ha inscenato una clamorosa protesta. Sventolando una grande bandiera elvetica, si è parato davanti allo sbigottito Andor gridando: “E no, l’Europa deve rispettare la volontà del popolo sovrano. Sì al referendum, sì alla libertà del popolo. Basta con la dittatura europea sui popoli”.

Un gesto per esprimere “il pieno consenso della Lega” al senso del referendum e dimostrare che la Ue “prona ai diktat dei poteri finanziari” è “impermeabile ai principi di democrazia” della antica Confederazione elvetica. “Pacta sunt servanda”, aveva detto Andor, ricordando che la libertà di circolazione è “un diritto non negoziabile” e che se da una parte è vero che il governo di Berna ha tre anni per applicare il dettato del referendum, dall’altra è obbligata a firmare il protocollo per la liberalizzazione degli ingressi ai croati, entrati nella Ue come 28/o paese il primo luglio scorso. Non lo facesse, creerebbe una disparità “assolutamente inaccettabile” tra i cittadini di una Ue fondata sul principio della libertà di movimento.

Berna si è data tempo fino ai primi di aprile per chiarire se potrà firmare o meno con i croati. Ma finora non ha chiarito un bel niente. Invece “bisogna fare presto”, ha ammonito Andor. E siccome i piani per Erasmus+ e Horizon 2020 bisogna farli ora, ecco scattare l’esclusione. Primo assaggio di quello che potrebbe succedere al rapporto con la Svizzera che, pur non essendo membro della Ue, fa parte dello ‘spazio economico europeo’ Efta e da essa dipende per il 78% delle importazioni ed il 57% delle esportazioni. “450.000 svizzeri lavorano nella Ue, un milione e duecentomila europei lavorano in Svizzera e ogni giorno sono 250.000 i pendolari”, ha elencato Andor prima di annunciare lo stop a studenti e ricercatori. Interrotto da Borghezio, fermato dai commessi ed espulso.