Euro alla prova dei giudici tedeschi. Bce: scudo antispread, no passi indietro

Pubblicato il 10 Giugno 2013 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA
Tenuta dell'euro alla prova dei giudici tedeschi. La Bce: niente passi indietro

Mario Draghi (Foto Lapresse)

BERLINO – L’euro sotto “processo” in Germania: inizia martedì 11 giugno l’esame della Corte costituzionale tedesca sul sostegno della Banca centrale europea ai Paesi in crisi con gli acquisti illimitati di titoli di Stato. Un processo alla moneta unica, alla Bce e a Mario Draghi. Mentre sempre dalla Germania, e più precisamente dal prestigioso quotidiano Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), arriva la notizia, subito smentita, di un tetto allo scudo antispread da parte della stessa Bce.

A Karlsruhe, sede della Corte costituzionale tedesca, la difesa dell’istituto di Francoforte sarà rappresentata da Joerg Asmussen, uno dei due rappresentanti tedeschi nel board della Bce, responsabile degli affari internazionali ed europei. Dovrà sostenere la tesi di Draghi, e cioè che il programma di acquisto di bond è legittimo e necessario.

Contro Asmussen il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, l’unico a votare contro gli aiuti Bce il 6 settembre scorso. Secondo la “BuBa” la Bce, con gli acquisti illimitati di bond, oltrepassa il proprio mandato.

La Bce ha ricordato che “lo scorso anno era la solo istituzione europea in grado di agire” durante la fase più acuta della crisi, quando l’eurozona era “vicina al collasso incontrollato”. Allo stesso tempo i mercati “hanno compreso il messaggio” senza che la Banca centrale europea abbia davvero dovuto comprare concretamente i titoli. E le tensioni sulle piazze finanziarie sono calate.

Ma proprio questo attacco alla politica di Draghi ha fatto sì che domenica 9 giugno si diffondesse la notizia, poi smentita, di un passo indietro di Francoforte sulla liquidità ai Paesi in difficoltà: un tetto, quindi, allo scudo antispread. Secondo la Faz la Bce avrebbe deciso di limitare ad un massimo di 524 miliardi di euro l’acquisto di bond dei Paesi periferici cioè Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia. D’altra parte in questo programma di acquisto di titoli (Omt, Outright Monetary Transactions) è proprio la Germania che mette più soldi.

Alla Faz ha ribattuto la stessa Bce:

“La ricostruzione della Faz non è corretta: non ci sono limiti ex ante all’ammontare degli acquisti che possono essere effettuati nell’ambito del programma Omt. L’ammontare sarà adeguato al raggiungimento degli obiettivi del programma”.

Comunque andrà, si tratta della prima volta che un’istituzione nazionale, come appunto la Corte costituzionale tedesca, interviene su questioni regolate dai trattati europei.