Tsipras vs Troika: debito solo dilazionato, forse più welfare ma no fuga da euro

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Gennaio 2015 - 10:32 OLTRE 6 MESI FA
Tsipras vs Troika: debito solo dilazionato, forse più welfare ma no fuga da euro

Tsipras vs Troika: debito solo dilazionato, forse più welfare ma no fuga da euro

ROMA – Tsipras vs Troika: debito solo dilazionato, forse più welfare ma no fuga da euro. La sinistra di Syriza ha stravinto le elezioni greche, come ampiamente annunciato dai sondaggi, ma di poco non raggiunge la maggioranza assoluta dei seggi, lo scenario peggiore paventato dai cosiddetti mercati. Alexis Tsipras, il leader, dovrà trovarsi un alleato per governare ma comincerà da subito la trattativa con la Troika (Ue, Bce, Fmi) per ridurre l’impatto delle misure draconiane imposte per risolvere la crisi del debito sovrano. Debito, tasse, welfare saranno l’oggetto dei negoziati.

Ma la prospettiva più radicale, pure presentata in campagna elettorale, il dimezzamento dei 320 miliardi condizionato dalla minaccia di uscire dall’euro, rimarrà uno slogan utile produrre consenso, non a gestire il nuovo corso. Ettore Livini su Repubblica fa il punto sulla trattativa, su quanto l’Europa è disposta a concedere (al massimo una dilazione del debito), fin dove Tsipras può ragionevolmente tirare la corda.

OCCUPAZIONE
Tsipras – Atene chiede (anzi potrebbe decidere unilateralmente) di cancellare le riforme della Troika che hanno reso possibili i licenziamenti di massa e cancellato i contratti collettivi. In più vuole rialzare lo stipendio minimo da 536 a 751 euro e varare un piano straordinario di investimenti pubblici. Da finanziare in parte con gli 11 miliardi inutilizzati del Fondo salva-banche.
Troika – Ue, Bce e Fmi da questo orecchio non ci sentono. Nessun passo indietro sul memorandum e sulla flessibilità del mercato del lavoro.
Un minimo di disponibilità c’è invece sullo stipendio minimo, a patto che si trovino i fondi. Potrebbe invece arrivare l’ok sullo smobilizzo parziale del Fondo salvabanche. Ma non è un’operazione semplice perché dovrebbe essere forse approvato da tutti i Parlamenti nazionali.

WELFARE
Tsipras – Syriza su questo punto sembra inflessibile. E intenzionata a varare forse già in settimana con o senza l’ok dei creditori il suo piano “umanitario” di welfare. Elettricità, casa e trasporti gratuiti o a costi sociali alle famiglie più povere. Ripristino della tredicesima agli 1,2 milioni di pensionati che prendono meno di 700 euro al mese. Ripristino dell’assistenza sanitaria per il milione di disoccupati che non ne ha più diritto.
Troika – Questo, specie per la tempistica, rischia di essere uno dei punti d’attrito più forti. I creditori non sono intenzionati ad arretrare sulle regole del mercato del lavoro. Mentre potrebbero fare qualche passo verso Tsipras aprendo sulle misure sociali per le bollette e la casa. Le posizioni sono molto lontane anche sull’assistenza sanitaria.

TASSE
Tsipras – Il programma di Syriza prevede il taglio dell’odiata e pesantissima tassa sulla casa introdotta da Antonis Samaras su richiesta di Ue, Bce e Fmi. Verrebbe sostituita con una mega patrimoniale sugli immobili di lusso. Altro capitolo il rialzo da 5 a 12mila euro della soglia esentasse sui redditi personali. Un punto fermo è (destinato forse a scattare da subito) è il congelamento dei pignoramenti delle case per i debitori insolventi più poveri assieme al progetto di rateizzazione delle tasse arretrate con lo Stato (oggi 77 miliardi)
Troika – La Troika non sembra disposta a fare passi indietro sull’imposizione per il mattone mentre potrebbe mandare giù lo stop alle aste sulle case dei debitori morosi. La linea del Piave sembra però quella della rateizzazione degli arretrati. Su questo capitolo Bce, Ue e Fmi oppongono per ora un “no” secco.

INVESTIMENTI PUBBLICI
Tsipras – Tsipras chiede un piano straordinario della Bei e interventi con altri fondi della Ue per sostenere un piano per l’occupazione destinato a creare 300mila posti di lavoro modernizzando e digitalizzando le infrastrutture nazionali.
Troika – Forse questo è il punto su cui sarà più facile trovare la quadra. Possibile che nel nome della solidarietà europea alla fine questi fondi siano concessi. Resta però il fatto che questo sarà uno degli ultimi dossier esaminati. E sarà a quel punto solo uno zuccherino per rendere meno amari per i militanti e gli elettori di Syriza le concessioni che Tsipras con pragmatismo (“sappiamo che non potremo ottenere tutti quello che chiediamo) sarà costretto a fare.