Vertice Ue. Il Parlamento blocca i leader: troppo chiede, nulla stringe

Pubblicato il 27 Giugno 2013 - 11:12 OLTRE 6 MESI FA
Vertice Ue. Il Parlamento blocca i leader: chiede troppo, nulla stringe

Vertice Ue. Il Parlamento blocca i leader: chiede troppo, nulla stringe

BRUXELLES – Vertice Ue. Il Parlamento blocca i leader: chiede troppo, nulla stringe. “Migliaia di posti di lavoro saranno a rischio” senza un accordo sul budget Ue 2020 ”entro l’estate”. Lo ha detto Angela Merkel incitando i partner “a un’intesa”. Merkel ha anche citato i 6 miliardi di euro che si devono mettere a disposizione contro la disoccupazione giovanile per 2 anni dal 2014.

E, a qualche ora dall’inizio del vertice dei 27 leader europei, avrebbe potuto aggiungere il cancelliere tedesco, sono a rischio anche gli investimenti già programmati (se ne discute l’applicazione) della Bei (banca europea investimenti), un meccanismo di leva finanziaria per creare occasioni di prestiti (all’anemico sistema economico) che vanno da 50 a 100 miliardi di euro. Importante novità dell’ultima ora, in vista dell’ok finale, l'”accordo politico” (così lo chiama il commissario Barroso), tra Martin Schulz, presidente dell’Europarlamento e Enda Kenny presidente di turno del Consiglio Europeo. L’accordo dovrà essere formalmente confermato” da Parlamento e Consiglio.

Il problema è l’intesa sul budget europeo, preliminare a qualsivoglia intervento a sostegno di crescita e occupazione. Il Consiglio Europeo aveva approvato un’intesa che il Parlamento (che ha potere di veto) rifiuta di ratificare a scatola chiusa per i prossimi sette anni chiedendo clausole che consentano di rivedere ogni anno le poste in bilancio, magari in vista di allocazioni e prelievi rimodulati a seconda delle esigenze. Riassumeva bene la questione Beda Romano sul Sole 24 del 9 febbraio 2013.

I 27 sperano che la proposta di introdurre una clausola di revisione del testo dopo due anni consenta di strappare il benestare parlamentare. L’opzione, che ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel è parso apprezzare in modo particolare, è un’arma a doppio taglio. Rischia di riaprire un negoziato chiuso con enormi difficoltà, e all’ultimo minuto utile. Al tempo stesso, non si può escludere che l’occasione possa essere utilizzata per migliorare un bilancio ancora troppo conservatore rispetto alle necessità dell’Europa.

Il pregiudizio del Parlamento europeo riguarda il controllo delle scelte ma  anche il merito: 900 miliardi di budget sono meno soldi del settennato precedente, in una congiuntura come questa azioni mirate vanno intraprese a seconda dei casi particolari. Senza contare che l’impronta del rigore non piace a una larga fascia trasversale dei deputati europei che vogliono un’inversione di tendenza nelle politiche di austerity.

D’altra parte, nulla è cambiato dal febbraio scorso quando il presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy ricordava che “il bilancio non è una operazione contabile» poiché “la vita, la sopravvivenza di regioni, gruppi sociali interi ne dipendono”. E perché, riaprire annualmente il vaso di Pandora delle rivendicazioni particolari, degli interessi nazionali degli stati membri, significa votarsi alla paralisi decisionale.

Enrico Letta annuncia la sua partecipazione come l’opportunità giusta per battere sul tasto lavoro, lavoro per i giovani (“Lotteremo insieme al vertice Ue, ha detto il premier al Gruppo Giovani Italiani Bruxelles che gli ha consegnato una lettera). “Sono molto contento del fatto che oggi per la prima volta anche le parti sociali parlino al Consiglio europeo”, ha sottolineato il presidente del Consiglio, aggiungendo di avere “fortemente voluto” che questo aspetto sociale fosse presente al Vertice Ue. Dopo l’incontro bilaterale coi sindacati Letta avrà un altro bilaterale con il premier olandese Mark Rutte.