Venti case, 43 jet, 4 yacht: la vita “da schiavo” del presidente russo Putin

Pubblicato il 29 Agosto 2012 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Vladimir Putin (Foto Lapresse)

MOSCA – Venti case di cui molte d’epoca, 15 elicotteri, 4 yacht, 43 jet: è “la vita di uno schiavo di galea”, al secolo Vladimir Putin.

“Vita di uno schiavo di galea” (le barche a remi in cui gli schiavi venivano appunto usati come vogatori) è il titolo di un breve dossier sui beni del presidente russo. Un titolo che riprende la definizione che di sé diede Putin nel febbraio del 2008, alla fine del secondo mandato da presidente: uno “schiavo di galera”, incatenato ai remi per mandare avanti la nave Russia.

Putin è uno tra gli uomini più ricchi del mondo, ma lui ha sempre negato di esserlo. Basti pensare al suo reddito dichiarato nel 2011: 112.000 dollari, un quarto di quello dell’omologo americano Barack Obama.

Il libro che elenca in dettaglio le ricchezze di Putin è stato scritto dal leader del movimento d’opposizione russo Solidarnost Boris Nemtsov e dal suo compagno di partito Leonid Martiniuk. Nelle trentadue pagine con annesse fotografie i due oppositori paragonano lo stile di vita del presidente russo a quello di uno “sceicco orientale” o di un oligarca.

Nemstov arriva a definire la ricchezza di Putin una “sfida sfacciata e cinica” a milioni di russi che a malapena riescono a sopravvivere, una ricchezza “amorale, criminale e inaccettabile in un paese povero come la Russia”. Ma che spiegherebbe l’attaccamento alla poltrona del capo del Cremlino. Secondo uno degli ultimi sondaggi la maggioranza dei russi preferirebbe un altro candidato alla presidenza nel 2018.

Tra le dimore di lusso attribuite a Putin ci sono le residenze statali di Novo Ogariovo, poco fuori Mosca, la villa sul lago Valdai e quella di Sochi, in cui è stato ospite Silvio Berlusconi, due palazzi sul Baltico, una baita sui monti del Caucaso, una villa di tre piani a Saratov sul Volga arredata con lampadari tedeschi e mobili italiani.

Tra gli altri beni ci sono il misterioso yacht Olympia di 57 metri che sarebbe un regalo dell’amico Roman Abramovich ma di cui Putin, come di altri beni opulenti a lui attribuiti, ha più volte negato il possesso: all’interno una piscina termale e un enorme bagno in marmo. Tutto regolare secondo il portavoce di Putin, Dmitri Peskov: il patrimonio sarebbe parte della “dotazione di Stato”, non proprietà personale del presidente.

Intanto a Smolensk, 420 chilometri a sudovest di Mosca, dopo il caso Pussy Riot un’altra giovane attivista dell’opposizione, la ventottenne Taisia Osipova, diabetica e madre di un figlio di 5 anni, è stata condannata oggi a 8 anni di prigione per spaccio di droga. Un caso “politico” per avvocati e difensori dei diritti umani: Osipova sarebbe stata “incastrata” per fare pressioni sul marito, Sergei Fomchenkov, membro di spicco del movimento di opposizione radicale Altra Russia. L’accusa aveva chiesto una condanna a 4 anni. L’ex presidente e ora premier russo Dmitri Medvedev, che aveva già criticato la prima condanna a 10 anni inflitta all’attivista, poi annullata, oggi ha ribadito che ritiene la pena “sproporzionata”. Già pronto il ricorso in Cassazione.