25 Aprile: 70 anni dopo, Mattarella e Renzi all’Altare della Patria FOTO

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Aprile 2015 - 10:37 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – 25 aprile 1945– 25 aprile 2015: esattamente 70 anni fa l’Italia fu liberata dall’occupazione nazifascista. Per ricordare la Liberazione, nella mattinata di oggi, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, è giunto all’Altare della Patria per la deposizione della corona d’alloro. Con il capo dello Stato, accolto dalle Forze Armate in picchetto d’onore, anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il presidente del Senato, Pietro Grasso, il ministro della Difesa, Pinotti, il sindaco di Roma Marino, il vicepresidente della Camera, Giachetti.

Al termine della cerimonia, conclusasi con l’esecuzione dell’Inno di Mameli, il presidente Mattarella, salutato anche da chi stava assistendo alle celebrazioni, ha abbandonato piazza Venezia e ora  è atteso a Milano per un altro evento legato al settantesimo della Liberazione. Il premier Renzi, che durante la cerimonia si è intrattenuto in un lungo colloquio con Grasso e Giachetti, passerà invece il weekend in famiglia a Pontassieve. La cerimonia dell’Altare della Patria va a chiudere la serie di eventi organizzati dalla Presidenza del Consiglio per celebrare il 25 aprile.

Mattarella a Milano. Il presidente della Repubblica è intervenuto all’evento per il 70° della Liberazione al Teatro Piccolo di Milano, parlando di democrazia e legalità:

“Per noi democrazia oggi vuol dire anche battaglia per la legalità. Vuol dire lotta severa contro la corruzione. Vuol dire contrasto aperto contro le mafie e tutte le organizzazioni criminali. Sono una piaga aperta nel corpo del Paese. Le istituzioni devono tenere la guardia alta”.

Gli auguri di Renzi. Il premier, per celebrare la Liberazione, sceglie Twitter e manda un augurio a tutti gli italiani. “Abbiamo previsto diversi eventi per il 70/o anno della Liberazione. Buon 25 Aprile a tutti! #ilcoraggiodi”, scrive su Twitter il presidente del Consiglio, pubblicando un link ad un video, su Youtube, dove si ripercorre tra l’altro la visita del premier a Marzabotto alternando le immagini ad altre di repertorio sui giorni della Liberazione.

Vendola e i partigiani. “Bella Storia, la Liberazione. Un grazie a quei ragazzi e a quelle ragazze di 70 anni fa che ci restituirono la libertà e la dignità”. Lo scrive su Twitter Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà. Oggi a Milano la delegazione ufficiale di Sel alle cerimonie ufficiali sarà guidata dal capogruppo dei deputati Arturo Scotto.

Storace provoca. “Dal presidente della Repubblica mi attendo un gesto, un fiore a piazzale Loreto, per dire che la guerra è finalmente finita e che la stagione dell’odio va definitivamente archiviata”. Lo scrive Francesco Storace, segretario nazionale de La Destra e vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio. “Ma – prosegue Storace – ci deve essere un virus al Quirinale, che impedisce di cogliere il significato dell’espressione ‘riconciliazione nazionale’. Cambiano i Presidenti, ma non cambia nulla nella retorica dell’anniversario del 25 aprile. Non bastano frasette gettate lì, anche se possono apparire un atto di eroismo verbale nell’Italia infestata dai professionisti dell’antifascismo militante, talvolta – come a Roma e nel Lazio – vestiti persino con casacche istituzionali. Riconciliare significa rispettare: mi chiedo che senso abbia, dopo 70 anni, la pagella sulle parti giuste e sbagliate”. “Resta comunque la tragedia di una guerra civile fra Italiani. E quando si parla di “episodi gravi” a proposito della Resistenza, riferendosi ad essi come tradimenti degli “ideali originari”, viene da chiedersi se in questi rientra la giustizia sommaria, l’assassinio invece del processo a Mussolini. Ecco – aggiunge Storace – chiedere a Mattarella un fiore per piazzale Loreto non è mettere in discussione la democrazia, rispetto al totalitarismo, in un Paese, poi, come il nostro nel quale autonomia e sovranità sono concetti perduti, come insegna bene la tragedia di Lo Porto e il gioco sporco dell’Amministrazione Usa verso il nostro Paese “libero”. Ma all’Italia non servono quelli che giudicano gli uomini in base alle scelte maturate in una guerra che contrappose gli uni agli altri. Marino che nega una strada ad Almirante – conclude Storace – Zingaretti che fa stalking istituzionale sul comune di Affile per il museo Graziani; sono davvero figli di una stagione che auspicavamo fosse finita”.

Il sito di Repubblica dedica alle celebrazioni che si terranno in tutta Italia una mappa interattiva che riassume le iniziative nelle piazze delle varie città italiane: per vederla clicca qui

Le foto (Ansa)