Acqua, no tav e teatri occupati: i Movimenti scaricano Ingroia

Pubblicato il 4 Gennaio 2013 - 12:07 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Ingroia (Foto Lapresse)

ROMA – I movimenti scaricano Antonio Ingroia. L’ex pm avrebbe dovuto rappresentare un progetto nuovo di rinnovamento civile, sostengono, e invece il Movimento Arancione si sta rivelando solo una riedizione dell’alleanza arcobaleno del 2008, che raccoglie le ali della sinistra radicale.

Uniti nella critica i movimenti no Tav, per l’acqua pubblica, quelli che hanno occupato i teatri (come il Valle a Roma). Con loro nell’addio all’ex magistrato lo storico Paul Ginsborg, i giuristi Stefano Rodotà, Ugo Mattei, Alberto Lucarelli, il politologo Marco Revelli, il sociologo Luciano Gallino, l’economista Tonino Perna, l’autore televisivo Carlo Freccero, l’economista Guido Viale, lo scrittore Massimo Carlotto, il cantautore Gianmaria Testa, l’attrice Sabina Guzzanti, l’ex calciatore Paolo Sollier, il sindacalista Fiom Giorgio Cremaschi.

Movimenti e professori speravano in un rinnovamento. Avevano anche stilato un programma di metodo: via i vecchi partiti, nessun segretario in lista e aperture ai movimenti. Il 21 dicembre Ingroia, tornato dal Guatemala, si candida. Solo che l’ex magistrato prima non riceve i rappresentanti dei “professori”, poi mette in lista i segretari di Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Verdi e Idv. 

I movimenti, come quello per l’acqua pubblica o quello contro la Tav, si defilano. Ingroia, secondo il giurista Mattei, è ora “il peggior candidato possibile”.