Agnelli, Renzi li mangia, Berlusconi li allatta, Boldrini li adotta. Chi il più umano?

di Alessandro Camilli
Pubblicato il 13 Aprile 2017 - 10:03 OLTRE 6 MESI FA
Agnelli, Renzi li mangia, Berlusconi li allatta, Boldrini li adotta. Chi il più umano?

Agnelli, Renzi li mangia, Berlusconi li allatta, Boldrini li adotta. Chi il più umano? (foto Ansa)

ROMA – Agnelli, quelli con la minuscola, quelli di Pasqua. Mangiarli o no (trascurata per ora la discriminante etica se al forno con patate o altrimenti) è diventato secondo il pubblico racconto una misura di identità, quasi una scelta di appartenenza.

Mangiarli o no (non si sa se il dilemma morale riguardi solo il giorno di Pasqua e Pasquetta e gli altri chi se ne frega, ma pare proprio sia così) qualifica, divide, fa immagine. Dicono anche opinione e consenso. Così, nella stolidamente saggia indifferenza di milioni e milioni di famiglie che tra sabato e lunedì prossimo l’agnello lo portano in tavola e se lo sparecchiano con gusto, quel meraviglioso circuito tra stampa, we, tv e politica ha attivato la trilogia dell’agnello.

Berlusconi, Renzi, Boldrini, appunto trilogia dell’agnello. Berlusconi gli agnelli li allatta. Sul prato di Arcore accovacciato li abbraccia e fornisce biberon. Ai lati Francesca Pascale e Michela Brambilla. Filmato perfetto, protagonista impeccabile. Pare sia piaciuto assai. Non tanto per l’animalismo compiaciuto e conclamato (vegetariani e vegani non sono maggioranza della pubblica opinione ma sono minoranza rumorosa assai e quindi sembrano e “tirano” di più).

Non per filo animalismo e cripto veganesimo che Berlusconi-biberon-prato-agnelli è piaciuto. E’ piaciuto per l’aria familiar-professionale che emana dal video. Insomma Berlusconi ricomincia un po’ a piacere perché appare uno normale a confronto degli altri. Berlusconi un padre-nonno di famiglia, il più rassicurante. Roba inimmaginabile, impensabile solo qualche anno fa, eppure è vero e questo dà il metro, anzi la velocità di scivolamento verso il peggio della nostra vita pubblica.

Renzi invece gli agnelli, quelli di Pasqua, a Pasqua se li mangia. Perché è “tradizione e non toccatemi la fiorentina”. Perché a Renzi toscano piace provare a incarnare un’idea di normalità che è quella dell’italiano medio di buone abitudini, buona volontà, buona lena e perché no buona forchetta. Nessun messaggio, teoria, suggestione, ansia, balla o moda emergente nel Renzi a tavola per Pasqua. Se gli va bene avrà con sé, idealmente commensali la maggioranza e più degli “attavolati” per Pasqua in famiglia. Avrà contro tutti gli indignati e mobiliati e turbati per mestiere, indole, natura, vocazione e disturbo. Il problema, per Renzi, è che la maggioranza degli attavolati con lui non lo segue in altri tavoli, ad esempio quelli dove si ritira la scheda elettorale.

Boldini infine, la presidente della Camera due agnelline (rigorosamente femmine come detta il politicamente corretto della Boldrini stessa) le ha adottate. A distanza, che in cortile a Montecitorio ci stavano strette. Però Gaia e Gioia (l’istituzione adottante ha tenuto a far sapere che i nomi scelti erano sulla base delle emozioni che le agnelline devono aver provato per essere state salvate dalla strage di Pasqua) a Montecitorio ci sono arrivate per le foto e le carezze per la stampa.

Con questo gesto la presidente Boldrini ha comunicato agli italiani che c’è chi pensa e salva il genere femminile e che le istituzioni hanno anche un aspetto e una sensibilità verso le oppresse e minacciate. E purtroppo quel che abbiamo scritto nella riga sopra non è uno scherzo, è il retroterra culturale dell’adozione di Gaia e Gioia.

In attesa di protesta degli agnelli maschi per evidente discriminazione, mentre si mobilitano maialini e vitelli rivendicando pari dignità e altrettanta protezione, aspettando cortei animalisti-vegan-no vaccini-no tap sotto casa Renzi cannibale e orribile mangiatore di carne, una domanda, anzi due: nella trilogia degli agnelli, tra Berlusconi che li allatta, Renzi che li mangia, Boldrini che li adotta (se femmine), chi dei tre è il più umano? E chi è il meno finto?