Alemanno rassegnato sul Pdl: “Troppe faide meglio dividersi”

Pubblicato il 2 Ottobre 2012 - 08:40 OLTRE 6 MESI FA
Gianni Alemanno (LaPresse)

ROMA – Il sindaco di Roma Gianni Alemanno teorizza la scissione del Pdl causa tensioni interne. Intervistato dal Messaggero, Alemanno spiega: ”Avrei preferito un soggetto unico del centrodestra, ma se questo deve generare la paralisi e poi vengono fuori le faide, allora è meglio dividersi per poi ritrovarsi in un unico progetto”.

Il sindaco, quindi,  si dice ”preoccupato dal totale immobilismo del partito” di cui ricorda di aver chiesto “l’azzeramento”. ”Da quando è finito il governo Berlusconi, il Pdl non riesce a produrre azione politica”, ragiona Alemanno, e ”l’attesa del ritorno di Berlusconi o dei possibili sviluppi del governo tecnico ha svuotato il partito”, dunque ”occorre mettere in cantiere un nuovo centrodestra in grado di proporre un progetto chiaro”.

Per farlo, secondo Alemanno, bisogna ”aprirsi con lo strumento delle primarie in modo da rimettere in discussione tutto da zero, candidati e programmi”. Se la strada non sarà questa, ”allora sarà ovvio che dal Pdl nasceranno più soggetti politici, che però dovranno sempre lavorare insieme per aggregare il centrodestra”. Alemanno quindi  precisa di essere interessato a creare ”non un piccolo recinto di ex An ma un soggetto attivo”.

L’esponente del Pdl invita a ragionare su un Monti bis. Il premier ”ha svolto un lavoro importante e rappresenta quindi un’ ipotesi che non va scartata. Il centrodestra deve riconoscere nel Professore una natura affine di cattolico-liberale. Con lui – afferma – è possibile fare un ragionamento politico fissando un’agenda di governo”. In tema di legge elettorale Alemanno si dice a favore delle preferenze e rileva che, ”se ci sara’ il premio a una lista, bisognerà lavorare a un grande listone che però non deve essere il Pdl, ma il frutto di tante realtà che si mettono insieme per battere la sinistra”. Quanto alle elezioni ”non si deve rinunciare all’ipotesi dell’election day”, cercando una data per mettere insieme regionali, comunali e politiche o almeno comunali e politiche. ”Un’elezione nel Lazio costa 28 milioni e non mi sembra ci siano soldi da sprecare”.