Alessandro Di Battista (M5s): “Dal fisco ai migranti, ecco il programma”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Dicembre 2016 - 08:48 OLTRE 6 MESI FA
Alessandro Di Battista (foto Ansa)

Alessandro Di Battista (foto Ansa)

ROMA – Intervistato da Repubblica, Alessandro “Dibba” Di Battista traccia le linee del programma di governo del Movimento 5 Stelle.

Signor Di Battista: si sente pronto a governare?
“Saranno i cittadini a deciderlo. Noi siamo pronti a candidarci e con maggiore determinazione rispetto al 2013”.

Esistono delle correnti all’interno del movimento? Si parla spesso di pragmatici e ideologi.
“No. Il Movimento 5 stelle non ha correnti. Sono i media che lo dicono”.

A proposito di voci, è vero che il M5S ha preso soldi da Putin?
“No, anche in questo caso si tratta di un’insinuazione dei media, per la precisione di due giornalisti. Li abbiamo querelati”.

Il M5S è nato come movimento di protesta. Che ruolo ha oggi?
“Non siamo un movimento antipolitico, non siamo un partito di protesta”.

Ma quello che fa il fondatore Beppe Grillo è protestare a gran voce…
“Dove sta la differenza tra chi vuole cambiare qualcosa e chi protesta contro le cose che non funzionano? E’ incredibile: quando i cittadini votano per i potenti, allora è un voto di speranza. Se invece non votano come vorrebbero le elite politiche, si parla di voto di protesta”.

Neanche l’ultima campagna la definirebbe di protesta?
“Era una campagna importantissima per i diritti costituzionali! Il 60 per cento degli italiani ha votato no. Le forze antipolitiche sono altre”.

Vuole dire che i partiti sono forze antipolitiche?
“Hanno formulato una legge elettorale anticostituzionale, l’Italicum, e hanno bloccato il parlamento con una riforma che i cittadini hanno bocciato”.

Ma non è lei che chiede di andare al voto subito, anche con questa legge elettorale?
“Non vogliamo discutere mesi e mesi con i partiti sulla legge elettorale. Vogliamo una versione di questa legge approvata dalla corte costituzionale, che auspichiamo arrivi in gennaio”.

Quali interessi degli italiani sente di rappresentare, soprattutto in relazione all’esigenza di una crescita economica?
“Noi diamo la precedenza alle piccole e medie imprese. Intervenendo in questo ambito la ripresa è assicurata. L’imposizione fiscale deve diminuire. Servono istituti finanziari pubblici che consentano investimenti a favore di queste imprese e il reddito di cittadinanza”.

Come finanziare tutto questo tenendo conto del debito pubblico?
“Con una seria lotta alla corruzione, che secondo le stime della Corte dei conti costa allo Stato 60 miliardi di euro l’anno. Variando i termini di prescrizione, che interrompono migliaia di processi. Ai politici corrotti va impedito di ricandidarsi. Tutto questo porta denaro nelle casse dello Stato: la corruzione triplica i costi delle opere pubbliche”.

Nella corruzione fa rientrare anche l’evasione fiscale?
“Sì. E per evasione fiscale noi intendiamo i grandi evasori”.

La lotta alla corruzione basta da sola?
“No, vogliamo anche aumentare di parecchio le tasse sul gioco d’azzardo, centralizzare la spesa statale, realizzare opere pubbliche funzionali, di dimensioni ridotte rispetto all’Expo o all’Alta Velocità. Vogliamo ridurre i costi della politica, gli stipendi di tutti i parlamentari, anche degli amministratori regionali”.

Quali strategie propone per la crescita?
“Noi puntiamo sulla Green Economy: una svolta energetica a livello nazionale in direzione delle energie rinnovabili e della sostenibilità “.

Mi riferivo ai settori economici.
“Puntiamo sull’enogastronomia, una nostra eccellenza, il nostro petrolio. In questo campo bisogna investire nella qualità, nelle start up, nelle piccole e medie imprese. Lo stesso vale per la cultura e il turismo. Noi lo abbiamo tra l’altro già fatto con il nostro sistema di microcredito, che finanziamo con una parte dei nostri stipendi da parlamentari. Grazie a questi crediti, 20 milioni di euro in tre anni, sono nate nuove imprese. Mancano le infrastrutture. Ho girato l’Italia in treno per fare campagna per il No e le ferrovie regionali sono in uno stato incivile”.

A proposito di credito, qual è la sua posizione riguardo all’odierna crisi bancaria?
“Vogliamo una banca centrale che eserciti una vigilanza reale e non sia controllata dalle banche, come accade in Italia. Vogliamo la divisione tra banche di risparmio e banche d’affari”.

L’Europa guarda con preoccupazione alle banche italiane ma anche voi suscitate ansie. Al parlamento europeo sedete a fianco di Nigel Farage…
“Se non si aderisce a un gruppo parlamentare non si ha accesso agli atti del parlamento europeo. Le nostre decisioni le prendiamo in piena autonomia. I nemici dell’Europa sono i tecnocrati “.

Ha cambiato atteggiamento sull’euro?
“Euro e Europa non sono la stessa cosa. Noi vogliamo solo che siano gli italiani a decidere sulla moneta”.

Ha calcolato le conseguenze dell’eventuale uscita dall’euro?
“Conosco bene quali sono le conseguenze dell’introduzione dell’euro, la perdita di potere d’acquisto, il calo delle retribuzioni, la riduzione della capacità di concorrenza delle imprese, il degrado sociale, la disoccupazione. Se l’Europa non vuole implodere deve accettare che non si può andare avanti così. Nel 2017 ci saranno elezioni importanti. In Francia probabilmente vinceranno i gollisti o Le Pen. In Germania la cancelliera ce la farà anche stavolta, ma i movimenti alternativi, chiamiamoli così, avanzano”.

Avanzano quelli contrari alla politica di immigrazione della cancelliera. Qual è la vostra posizione sul tema delle migrazioni?
“Bisogna trovare soluzione ai grandi focolai di crisi internazionali, senza ricorrere alle bombe. I profughi con diritto di asilo devono essere accolti in Europa e distribuiti uniformemente in tutti i paesi membri. Chi è privo di diritto d’asilo in questo momento storico deve essere espulso. Il termine espulsione non deve essere ricondotto alla destra, alla sinistra, o alla xenofobia”.

Che livello di trasparenza garantisce il sistema internet creato da Gianroberto Casaleggio?
“Non esiste un sistema di Casaleggio! Le votazioni sulla nostra piattaforma sono certificate da esperti indipendenti. Altrimenti andiamo tra gli elettori, siamo presenti nelle piazze”.

Grillo si candida?
“No, non si candida”.

Nei sondaggi lei è in buona posizione. Ma se non riuscisse a centrare rapidamente gli obiettivi, gli elettori le volteranno le spalle come a Renzi?
“Non abbiamo mai detto che sarà facile governare questo paese “.