Alfano: “Voto nel 2013”. Pdl e Lega, asse e ok al semipresidenzialismo

Pubblicato il 24 Luglio 2012 - 12:27 OLTRE 6 MESI FA
(LaPresse)

ROMA – Angelino Alfano promette fedeltà al governo Monti e assicura che l’esecutivo andrà avanti fino al 2013. Poco dopo il Senato, con la vecchia maggioranza Pdl-Lega approva il voto sul semipresidenzialismo. Il Pdl, insomma, sembra a chiudere all’ipotesi, circolata nei giorni scorsi di un accordo sulla legge elettorale finalizzato ad andare al voto a novembre. Forte del ritrovato asse con al Lega, insomma, il partito di Berlusconi sembra puntare a prendere tempo portando a casa nel frattempo qualche gradito risultato politico.

Spiega Alfano: “Non poniamo termine a questa legislatura, crediamo che la priorità sia l’economia e pensiamo anche che vi sia la necessità di approvare subito una legge elettorale e di andare al voto la prossima volta con un Paese in cui i cittadini possano scegliere il proprio deputato e il proprio senatore”.

Il semipresidenzialismo. A ottenere  il via libera  è l’emendamento (9.0.500) all’art.9 del testo delle
riforme costituzionali che prevede l’elezione diretta a suffragio universale del presidente della Repubblica.  La norma appena approvata modifica l’articolo 83 della Costituzione e introduce il semipresidenzialismo. Nel testo, firmato dai vertici del gruppo del Pdl Maurigio Gasparri e Gaetano Quagliariello si prevede che il presidente della Repubblica sia ”il Capo dello Stato” che rappresenta l’unita’ della nazione e ne garantisce l’indipendenza. Il Capo dello Stato avra’ il compito di vigilare sul rispetto della Costituzione; di assicurare il rispetto dei trattati e degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia a organizzazioni internazionali e sovranazionali. Rappresenta l’Italia in sede internazionale ed europea. Ed e’ eletto a suffragio universale e diretto. Gli elettori sono tutti i cittadini che hanno compiuto la maggiore eta’.

Il clima tra i due principali partiti della maggioranza resta però teso. Nella mattinata di martedì 24 luglio è infatti stato Massimo D’Alema a puntare il dito contro il Pdl accusato sostanzialmente di lasciare l’intera responsabilità di governo nelle mani del Pd: ‘Non si capisce più se il Pdl faccia parte della maggioranza. Tutto il peso dei provvedimenti del governo approvati è sulle nostre spalle. La situazione si fa sempre più insostenibile” e ”questo deve essere chiaro a tutti, compresi il premier e il Presidente della Repubblica”.