Alfano: “P3 inventata da sinistra e giudici”. “Chi si astiene si vende l’anima”

Pubblicato il 4 Agosto 2010 - 16:05 OLTRE 6 MESI FA

Alfano sui banchi del governo alla Camera

Aula di Montecitorio, la parola al ministro della Giustizia Angelino Alfano. Ci si aspetta un’arringa da avvocato difensore di Giacomino Caliendo, il “suo” sottosegretario sottoposto ad una mozione di sfiducia voluta da Idv e Pd. Arriva invece di tutto e di più: un’arringa d’accusa. Accusa contro “La sinistra e i Pubblici Ministeri che hanno costruito la cosiddetta P3”. Insomma dice il ministro della Giustizia che i giudici che indagano e l’opposizione politica la cosiddetta P3 se la sono inventata. Accusa contro i deputati finiani, quelli dell’Udc, quelli dell’Api di Rutelli e dello Mpa di Lombardo che sulla mozione si asterranno. “Non ci si astiene sui principi e noi difendiamo il principio della non colpevolezza”. Insomma dice il ministro che gli astenuti faranno come Ponzio Pilato e che quel voto, anzi quel non voto “ricadrà su di loro”, come un boomerang. Accusa contro quello che il ministro ritiene orrore e barbarie: “Chiedete le dimissioni per un indagato e non per un colpevole”.

Il tono della requisitoria di accusa di Alfano è appena mitigato da un’avvertenza: “Sono il ministro della Giustizia e non entro nel merito dell’indagine”. Avvertenza e cautela solo verbale che salva appena la forma: nel “merito” Alfano c’entra eccome dichiarando l’indagine una “costruzione” degli inquirenti. Poi la condanna della scelta “non etica” di chi si asterrà: “Lo fate non secondo coscienza ma solo per tatticismo politico”. Tono e sostanza dell’intervento di Alfano sono stati decisi in un vertice con Berlusconi, Ghedini e lo stato maggiore del Pdl. Toni e sostanza che costituiscono sia la piattaforma per respingere la mozione di sfiducia, sia la base per un nuovo strappo con Fini e il suo gruppo parlamentare, sia la materia di un embrione  e qualcosa di più per una prossima ventura campagna elettorale. Infatti contengono sia la tesi della “invenzione” di indagini, sia il giudizio di “tradimento” verso quella parte della maggioranza che non vota la fiducia a Caliendo, sia la negazione di ogni questione morale nell’attività di membri del Pdl e del governo. E’ quella di Alfano un’apertura di dibattito parlamentare che accende lo scontro, è la scelta del muro contro muro, con la evidente speranza che nella morsa i finiani ne escano stritolati.