Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia che portò Conte da M5s: premier lo conferma nel governo col Pd

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 4 Settembre 2019 - 17:48 OLTRE 6 MESI FA
Alfonso Bonafede ministro Giustizia

Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia M5s confermato anche nel governo Conte bis (Foto ANSA)

ROMA – Alfonso Bonafede è stato confermato ministro della Giustizia del governo Conte bis. D’altronde è proprio grazie a Bonafede che Giuseppe Conte iniziò tra le file di M5s la sua avventura da premier nel governo gialloverde con la Lega. Così il premier incaricato l’ha riconfermato nella sua squadra anche dopo l’accordo col Pd e il ruolo nell’esecutivo giallo-rosso per il parlamentare M5s non cambia.

Siciliano di nascita, toscano di adozione, Bonafede è parlamentare dal 2013 ed è uno dei più fidati e vicini al capo politico del Movimento, Luigi Di Maio. E’ soprannominato per questo il ‘mister Wolf’ a 5 Stelle.

Avvocato, è nato a Mazara del Vallo il 2 luglio del 1976, ma dal 1995 abita a Firenze dove si è laureato in Giurisprudenza e dove è rimasto collaboratore come cultore di Diritto Privato e dove ha conosciuto Giuseppe Conte, docente di privato nello stesso ateneo. E’ stato Bonafede ad avvicinare Conte al M5s.

Nel 2006 ha conseguito il dottorato di ricerca presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. E dallo stesso anno è avvocato presso il Foro di Firenze con uno studio autonomo. Tra il 2018 e il 2019, durante il suo mandato, ha scritto il disegno di legge Anticorruzione, poi approvato in Parlamento, anche ribattezzato Spazzacorrotti dall’M5s, che oltre a cambiamenti in tema di inasprimento delle pene, tra le altre cose reca la modifica della disciplina della prescrizione, introducendo la sospensione dopo la sentenza di primo grado, in caso di condanna o assoluzione.

Assieme al ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, è stato tra i fautori della legge sul “Codice Rosso” per il contrasto alla violenza sulle donne e sui minori. Bonafede ha anche lavorato alla scrittura dei testi di riforma dei riti processuali penale e civile. (Fonte ANSA)