Andrea Riccardi: “Io candidato sindaco di Roma? No grazie, resto al governo”

Pubblicato il 5 Ottobre 2012 - 21:07 OLTRE 6 MESI FA
Andrea Riccardi (LaPresse)

ROMA – Andrea Riccardi non si candiderà a sindaco di Roma. Il ministro alla Cooperazione internazionale e all’Integrazione del governo di Mario Monti ha smentito le voci di una sua candidatura contro l’uscente Gianni Alemanno. Il suo nome era stato fatto dopo la rinuncia alla corsa da parte di Nicola Zingaretti. L’ex candidato del Pd infatti correrà per il posto di governatore della Regione Lazio per il dopo Renata Polverini.

Riccardi ha dichiarato: “è un offerta che mi lusinga”. E dopo aver ringraziato ha spiegato che non accetterà perché non intende interrompere il suo mandato al governo.

“Nel novembre scorso – afferma Riccardi, in una dichiarazione – ho accettato con passione e senso del dovere l’incarico di ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione del governo presieduto da Mario Monti. In un momento di straordinaria difficoltà per la vita economica nazionale, forze di diverso orientamento – e fino a quel momento avversarie – hanno deciso con grande responsabilità di aderire alla proposta del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di  dare vita a un esecutivo tecnico guidato con competenza ed equilibrio dal presidente Monti”.

“Accettare ipotesi di candidature che interrompano il mio mandato ministeriale – spiega Riccardi – sarebbe tra l’altro  in contraddizione con quell’impegno nazionale e super partes al quale sono stato chiamato dal presidente della Repubblica e dal presidente del Consiglio e che è stato confermato da una larga maggioranza parlamentare. Ringrazio chi, in questi ultimi giorni, mi ha proposto la candidatura a sindaco di Roma. è un’offerta che mi lusinga, ma che per i motivi appena esposti non ritengo di poter accogliere”.

“Posso però assicurare che, a livello culturale e sociale – conclude Riccardi – non farò mai venir meno il costante impegno per la mia città, che amo tutto il cuore. Rivolgo un augurio: che Roma nei prossimi mesi possa ritrovare la vocazione originaria di metropoli a misura delle giovani generazioni, di città di dialogo e di solidarietà, insomma di una  grande capitale italiana ed europea”.