Anm, Davigo: “Pretendiamo rispetto dal governo”

di redazione Blitz
Pubblicato il 9 Aprile 2016 - 14:32 OLTRE 6 MESI FA
Anm, Davigo: "Pretendiamo rispetto dal governo"

Anm, Davigo: “Pretendiamo rispetto dal governo”

ROMA – Anm, Piercamillo Davigo verso la presidenza dell’Associazione Nazionale Magistrati: “Dialogo con il governo, ma pretendiamo rispetto”, ha detto il consigliere in Corte di Cassazione e leader del gruppo di “Autonomia e Indipendenza” durante una riunione del nuovo direttivo dell’Anm. E ancora: “Non mi è piaciuta la battuta di Renzi ‘Brrr che paura….’. I magistrati italiani sono quelli che lavorano di più in Europa”, ha detto, ricordando la frase pronunciata dal presidente del Consiglio a Porta a Porta il 9 settembre del 2014, parlando della riforma della Giustizia, quando disse: “L’Anm protesta? Brrrr, che paura… Hanno protestato per il taglio degli stipendi e ora protestano per il taglio delle ferie”.

 

“Non esistono governi amici né governi nemici, esistono governi con i quali non si può fare a meno di dialogare, ferma restando la pretesa del rispetto della nostra dignità”, ha proseguito Davigo, il cui nome è  in pole position per la presidenza del sindacato dei magistrati, che sarà nominato sabato 9 aprile.

“Non si tratta di corporativismo, credo che sia possibile con la nostra unità trovare la fermezza per pretendere il rispetto della nostra dignità e per tutelare la giurisdizione. Inevitabilmente ci sarà una dialettica ma tutto può essere recuperato con pazienza e dialogo”. Citando un giudice inglese, inoltre, Davigo ha rilevato che “è giusto che ci sia tensione tra potere politico e giudiziario”.

Il magistrato è tornato anche sulla vicenda delle ferie di togati: “E’ possibile che un datore di lavoro decida di ridurre le ferie ai dipendenti senza consultarli e far credere che il disastro in cui versa la Giustizia dipenda dalle ferie dei magistrati? È una bugia, i magistrati italiani sono quelli che lavorano di più in Europa, bisogna dirlo con fermezza, difendere la nostra credibilità. Abbiamo i migliori investigatori del mondo, si è visto nella vicenda Abu Omar, un’altra pagina gloriosa per la magistratura italiana”.