Anticorruzione: Roma, troppi appalti a Coop senza gara

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Settembre 2015 - 14:14 OLTRE 6 MESI FA
Anticorruzione: Roma, troppi appalti a Coop senza gara

Anticorruzione: Roma, troppi appalti a Coop senza gara

ROMA – Da una parte c’è la relazione dell’Anac (l’agenzia contro la corruzione guidata da Raffaele Cantone)  sugli anni di Mafia Capitale, in cui è descritto il “porto franco” romano sulle gare d’appalto per i soggetti privati, coop su tutti: negli ultimi quattro anni di amministrazione niente gara pubblica per l’87% dei lavori, 2,9 miliardi, la metà della spesa totale.

“Stop al 5% degli appalti alle coop”. Dall’altra, quasi contestualmente, le parole del prefetto di Roma e “tutor” del sindaco sul Giubileo Franco Gabrielli: “E’ criminogeno riservare alle coop il 5% degli appalti. La famosa riserva di caccia, il 5% (degli appalti, ndr) da attribuire alle cooperative nasce da una buona intenzione, quella di favorire una realtà economica del mondo dell’imprenditoria che affonda le radici nella solidarietà. Purtroppo questo paese riesce spesso a tradurre le cose positive in negative”.

“Troppi gli appalti alle coop senza gara”. Nella relazione Anac si segnalano i troppi lavori affidati alle coop:

Tra i cinque gruppi segnalati per aver acquisito «affidamenti in numero rilevante e con importo consistente» ce ne sono tre coinvolte nelle indagini su Mafia Capitale: la Eriches 29 giugno di Salvatore Buzzi (40 appalti per 16 milioni e 698.000 euro), la Domus Caritatis (111 appalti per oltre 37 milioni) e la Casa della solidarietà (76 appalti per 18 milioni e mezzo) che rientrano nella holding de «La Cascina», legata a Comunione e liberazione. (Giovanni Bianconi, Corriere della Sera).

Il fatto che dagli uffici dell’Anticorruzione il dossier appalti sia uscito proprio in concomitanza con le agitazioni sindacali dei netturbini dell’Ama autorizza il sospetto che sia in corso una guerra nemmeno troppo strisciante  sugli appalti da affidare alle coop.

Sistema coop e Pd romano. Nel mirino c’è infatti l’esternalizzazione del 10% della pulizia delle strade a soggetti privati, le coop in prima fila, quella di Buzzi compresa, proposta dal sindaco Marino. I dipendenti Ama non vogliono privatizzazioni, il sindaco dice che la città ha bisogno di un po’ di concorrenza per risolvere il problema immondizia e città sporca.

Nei bandi di gara non sono previste in ogni caso norme ad hoc per escludere le cooperative al centro degli scandali: anzi, essendo quelle coop fra i pochi soggetti privati con competenza sul territorio, l’appalto sembra già segnato. Il contrario di quanto sostenuto da Cantone.

Dal Pd, sostenitore a singhiozzo del sindaco, dicono che quelle coop sono pulite perché commissariate. In effetti, i mezzi della 29 giugno (la coop di Buzzi) è possibile incrociarli sulle strade della città. In effetti, qualche riserva (stavolta non di caccia) sul potenziale conflitto di interessi tra politica e affari, tra Pd e cooperative rosse, esiste: privatizzare è un conto, privatizzare scegliendo tra gli appaltatori i tuoi finanziatori è un altro conto. Tra ieri e oggi la doppia botta al sistema coop romano.