L’autunno di Berlusconi: l’assedio dei nani all’omino playmobil

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 25 Ottobre 2010 - 16:20 OLTRE 6 MESI FA

L’autunno di Berlusconi, cioè l’assedio dei nani all’omino playmobil. Dicono che il 14 dicembre si capirà se il “Castellano” resiste dietro mura rafforzate e prova la sortita elettorale. Cinquanta giorni di nervoso “surplace” in attesa del “regalo di Natale” per assediato o assedianti. Ma che deve succedere il 14 dicembre? Deve arrivare la pronuncia della Corte Costituzionale sul “legittimo impedimento”. E cosa è il “legittimo impedimento”? E’ quella legge in forza della quale Berlusconi alle udienze dei suoi processi è libero di non andarci. Così i processi slittano, sfumano, evaporano, scadono. Se la Corte conferma che Berlusconi può non andarci, allora il “Castello” tiene. Se la Corte boccia la legge, giù il ponte levatoio e battaglia campale. E perché tutto questo? Vale la pena di ricordarlo non fosse altro che perché tutti lo danno per scontato e invece è un perché sempre omesso. Perché se Berlusconi deve andare ai processi e i processi continuano ce n’è uno, quello del caso Mills, in cui forte è la probabilità che Berlusconi venga condannato come “corruttore” di Mills già condannato come “corrotto”. L’Italia avrebbe dunque nel 2011 un presidente del Consiglio condannato per aver corrotto. Se ne deduce che Berlusconi sarebbe costretto a dimissioni. Al suo posto un altro governo od elezioni anticipate. Proprio sicuri che Berlusconi in quel caso si dimetterebbe? In Italia è ormai lecito e prudente non essere sicuri di nulla. Men che mai della “sentenza” del 14 dicembre. Comunque assediato e assedianti per cinquanta giorni aspetteranno quel giorno e ci gireranno intorno.

E il “Lodo”? Cioè la legge costituzionale che sospende i processi per le alte cariche dello Stato mentre appunto “fanno” le alte cariche dello Stato? La prima versione rigurdava cinque “cariche”: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti delle due Camere e presidente della Consulta. Da cinque sono diventati quattro, via lo scudo per il presidente della Corte Costituzionale. Poi due, via lo scudo per i presidenti della Camera e del Senato. Poi uno, Napolitano ha detto che lo scudo non lo vuole e che anzi lo danneggia, anzi danneggia non lui in persona ma la stessa presidenza della Repubblica. Ne è rimasto uno, Silvio Berlusconi. Scudo, cioè Lodo che deve essere retroattivo, cioè coprire gli eventuali processi nati da comportamenti messi in atto prima che Berlusconi si facesse istituzione e presidente del consiglio. Se non è retroattivo, non serve. Non deve infatti, secondo i suoi promotori, proteggere in astratto la “funzione” del governare, deve proteggere chi oggi governa. E chi oggi governa è sotto processo, o se si vuole “aggressione giudiziaria”, da prima che governasse. Deve poi essere “reiterabile”, cioè non deve valere per una volta sola. Dicono al Pdl: se arriva lo scudo, arriva nel 2012. Quindi Berlusconi sarebbe coperto solo per 18 mesi, solo fino a quando scade la legislatura. E invece Berlusconi vuole ricandidarsi e più probabilmente candidarsi al Quirinale. Lo scudo deve contenere la possibilità del bis. Dicono gli altri, Fini compreso, che lo scudo al quadrato, cioè con il bis incorporato, non è più “immunità” del governare, ma “impunità” ad personam e a vita.

Assediato e assedianti si rimpallano il Lodo come pietre lanciate da opposte catapulte. Ed ora un o sguardo nei rispettivi campi. C’è uno dei “campioni guerrieri” che si afficcia sugli spalti e giura che il Lodo lo stanno facendo a sua insaputa, lui non sa nulla di quello di cui ha discusso cento volte con il ministro Alfano e mille volte con il consigliere Ghedini. A fiancheggiarlo sui merli delle mura c’è uno che spesso chiama i “centomila bergamaschi con il fucile” e con questo minaccia gli assedianti. Berlusconi lo smemorato e Bossi il “vedente”: è questo il cuore del castello playmobil.

Sotto le mura c’è uno che gira intorno dicendo che vuole abolire il capitalismo. E’ quello che riscuote più successo nella truppa degli assedianti, sondaggi alla mano. Dice: “Torniamo alla bellezza delle relazioni, all’accogliersi tra generi, tra generazioni, la bellezza dell’incontrarsi tra il mondo vivente e quello non vivente…La storia è il potere dei segni e non il segno del potere”. Somiglia sempre più al personaggio a suo tempo incarnato da Corrado Guzzanti, “Quelo”. “Quelo” che diceva: “La risposta è dentro di te, ed è sbagliata”. Vendola-“quelo” è il nuovo cavaliere degli assedianti.

Insieme con lui, o almeno nello stesso campo, c’è uno che vuole tenere uniti e concordi quelli che pensano il modello-Pomigliano sia la scrigno di nuovi posti di lavoro e quelli che pensano sia la bara dei diritti dei lavoratori. Uno che vuole tenere insieme Epifani e Renzi, il primo che dice che i negozi il primo maggio vanno chiusi, il secondo che li ha aperti. Il primo è il segretario della Cgil, il secondo è il sindaco di Firenze. Ma sono entrambi partito democratico. Ecco, appunto: il federatore impossibile è Bersani.

Fanno contorno, di qua e di là dalle mura del castello, uno che rivuole i resti dei Savoia in Italia, così per umana pietà. Ma vuol mettere le salme reali al Pantheon, tra gli eroi della storia patria. Si chiama La Russa. E uno che arruola per “Forza Sud”, concorrente e affluente di Forza Italia, si chiama Miccichè. E uno come il sindaco Lancini di Adro che mostra alle tv il suo telefonino che sul retro ha il simbolo del sole delle Alpi. Spiega Lancini mostrando il “segno”: “quello sui banchi i bambinia scuola non lo vedevano, i professori sì e questo e giusto”. Applaudono e sorridono alla brillante espsosizione i leghisti presenti, Borghezio in testa. Secessione minima ma netta dall’intelligenza in quell’applauso compiaciuto della sua “furbizia”. E uno che seriamente pensa che il “Castello” sia Gerico le cui mura crolleranno al terzo giro intorno tintinnando manette.

Cinquanta giorni così e non saranno gli ultimi. Forse bisognerebbe prendere esempio da un altro sindaco, quello di Avetrana. Ha tentato di vietare il passo ai bus turistici diretti al parco Sarah-Misseri. E se tentassimo di vietare, sospendere per solo dieci giorni ad assediati e assedianti i telegiornali e i talk-show? Tanto, fino al 14 dicembre…