Cinque stelle s’è fatto partito: questione delle nomine tra Grillo e Pizzarotti

di Elisa D'Alto
Pubblicato il 25 Maggio 2012 - 10:51 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (Foto Lapresse)

PARMA – C’è voluta la questione delle nomine tra Grillo e Pizzarotti perché il Movimento 5 stelle si facesse partito. Movimento che non ha segretario e nemmeno tessere, quindi non sarebbe partito secondo la canonica accezione. Ma siccome in compenso, come scrive Mattia Feltri su La Stampa, “ha già dalemiani e veltroniani”, la conclusione è che partito lo sia già. Il caso Parma insegna. Già, perché se prendi uno “della società civile” (mantra piuttosto trasversale dell’ultimo slang politico) e gli dai una bicicletta, poi devi aspettarti che quello inizia a pedalare. Fuor di metafora, se a Federico Pizzarotti il voto popolare, e prima ancora Beppe Grillo, consegnano il Comune di Parma, poi devi mettere in conto che il sindaco non si limiti a fare solo l’alunno obbediente ma impari a far da sé. Proprio sulle scelte non condivise tra neosindaco e leader si stanno innestando le prime correnti del Movimento 5 stelle. E siccome le correnti “fanno partito”, ecco che il Movimento 5 stelle “s’è fatto partito”.

La cronaca di giovedì pomeriggio ha portato alla luce il “caso Tavolazzi”. Il Comune a Parma cerca un direttore generale e nelle ultime ore a Beppe Grillo è arrivata la voce che Pizzarotti sta pensando a Valentino Tavolazzi. Che però non piace al leader che mesi fa l’aveva espulso dal Movimento con l’accusa (smentita dall’interessato) di aver organizzato un meeting a Rimini per fondare un soggetto politico alternativo a Grillo. Fiutato che a Parma si rischiava di pescare proprio Tavolazzi, Grillo decide di intervenire e sul suo blog scrive: “Ho saputo soltanto ieri sera della candidatura (appoggiata da un consigliere del M5S dell’Emilia Romagna) di Valentino Tavolazzi di Progetto per Ferrara a cui è stato inibito l’uso congiunto del suo simbolo con quello del MoVimento 5 Stelle qualche mese fa. Ovviamente è una scelta impossibile, incompatibile e ingestibile politicamente. Mi meraviglio che Tavolazzi si ripresenti ancora sulla scena per spaccare il MoVimento 5 Stelle e che trovi pure il consenso di un consigliere”.

A quel punto Pizzarotti, che non è più solo l’alunno disciplinato, che fa, si rimette in buon ordine? No, fa passare qualche ora e dirama un comunicato che in sintesi dice che sì, Tavolazzi è stato preso in considerazione. “Tavolazzi è stato contattato da noi, in piena autonomia, durante le selezioni per il ruolo tecnico, e non politico, di direttore generale in quanto persona di provata capacità e fiducia”. Tavolazzi aggiunge la sua voce e conferma: “E’ stato Pizzarotti a contattarmi. Non riconosco Grillo in quel post bugiardo. Qualcuno ha perso il controllo. Il movimento è nostro, non di Casaleggio”. Ovvero, uno dei consiglieri più vicini a Grillo.

In serata Pizzarotti ridimensiona: “Il rapporto con Grillo è buonissimo”. Ma qualcuno a Parma dovrà pur essere scelto per il ruolo di direttore generale. Chi sarà non si sa ma il nome arriverà solo alla fine della prima “questione delle nomine”. E siccome Parma, per definizione dello stesso Grillo, è laboratorio nazionale, la conclusione, oggi, è che il “Movimento s’è fatto partito”.