Beppe Grillo: “Pagarsi gli spazi tv è come andare al proprio funerale”.

Pubblicato il 16 Agosto 2012 - 14:05 OLTRE 6 MESI FA
Giovanni Favia e Beppe Grillo

ROMA – “Pagare per andare in televisione per il Movimento 5 Stelle è come pagare per andare al proprio funerale, anche se è certamente lecito”. Beppe Grillo ribadisce tutta la sua contrarietà all’utilizzo da parte del movimento 5 stelle di soldi pubblici, specie per l’acquisto di spazi tv, come hanno già fatto alcuni suoi esponenti. I consiglieri regionali del Piemonte e dell’Emilia Romagna, Davide Bono e Giovanni Favia, sono avvisati. Tramite due blog Grillo ha prima fustigato anche solo l’accenno di quello che considera un malcostume cui il movimento deve rimanere estraneo per poi galvanizzare le truppe accusando la stampa, i media, i giornali online che “insultano, diffamano, spargono menzogne”.

Non è tuttavia colpa dei media se davvero Giovanni Favia ha candidamente ammesso di pagare gli spazi tv delle emittenti locali dell’Emilia Romagna, attingendo ai soldi pubblici in capo al gruppo consiliare. Doppia eresia secondo il decalogo grillino: soldi pubblici e intelligenza con il nemico, Satana tv. Ma il colpevole è comunque il sistema informativo che ha diffuso la notizia su fatti che l’ex comico si incarica commentare dandoli per veri, acclarati. Oltre al caso Favia, quello che più è ritenuto infamante, per il modo con cui è trattata e strumentalizzata, secondo Grillo è lo spazio dedicato Valentino Tavolazzi. E’ uno degli espulsi eccellenti dal Movimento 5 Stelle. In un’intervista accusa il “guru” Casaleggio di essere il vero leader del movimento, tutte le decisioni, le investiture, ogni punto dell’agenda politica sono sua responsabilità.

Grillo se la prende con chi gli dà retta. “Danno spazio a personaggi che non intervisterebbe neppure un giornalino scolastico, scavano nel passato e osservano con una gigantesca lente di ingrandimento il presente dei consiglieri 5 Stelle per trovare il più piccolo indizio per dimostrare che il Movimento è uguale agli altri, peggio degli altri e, se messo alla prova, ruberebbe più di qualunque partito. Nulla gli è perdonato, soprattutto l’onestà”.