Beppe Grillo: “Tribunale del popolo, banche nazionalizzate, referendum sempre”

Pubblicato il 31 Maggio 2012 - 10:19 OLTRE 6 MESI FA

Beppe Grillo (Lapresse)

ROMA – Schegge di Grillo, qualche proposito programmatico: pubblica gogna per i politici corrotti esercitata da una sorta di tribunale del popolo, consultazioni dei cittadini permanenti con referendum senza quorum sempre, banche nazionalizzate. Non si atteggia a leader, al massimo si ritaglia la parte di ispiratore, di grande vecchio, il Beppe Grillo che si confessa a Gian Antonio Stella. E’ uscita qualche anticipazione dell’intervista che il promotore principe del Movimento 5 Stelle ha rilasciato a Gian Antonio Stella del prossimo “Sette” in uscita domani con il Corriere della Sera.

Qualche professione di modestia, l’invito a non chiamare i tanti ragazzi del movimento “grillini”: “Noi facciamo democrazia dall’altro. Non li calo mica io, dall’alto”. Una punta di orgoglio con cui rivendica di non essere certo una persona volgare, a dispetto di qualche parola forte necessaria a esprimere concetti forti: “Sono un gentleman in confronto a tanti politici che in questi anni ne hanno dette di tutti i colori: io sono un lord in confronto. Sono Lord Brummel”.

Gli tocca ripetere che lui fa politica, è  trent’anni che batte gli stessi tasti, “ambiente, differenziata, pannelli solari, auto a idrogeno…”. Non si ritiene l’espressione più alla moda dell’antipolitica: “Io sono contro i partiti”. E infatti non vuole segretari ma una iper democrazia”senza partiti con al centro i cittadini”. Per i corrotti, i politici che rubano ci vuole la pubblica gogna, non i processi: “Un giudizio pubblico con cittadini estratti a sorte, incensurati, che diranno quali lavori socialmente utili far fare a questa gente che ha derubato il Paese”. Questa del tribunale della volontà popolare amministrato da e per conto del popolo non è proprio nuova. Come non è nuova l’idea di nazionalizzare le banche: “Ognuno si riprende i suoi titoli. Torna a casa Lassie. Ogni titolo è bello a mamma sua”. La partecipazione dal basso, comunque, assicurerebbe la piena applicazione della democrazia. Come? Referendum sempre, senza bisogno di quorum. D’altra parte, ricorda, “erano tutti convinti che noi fossimo un pulviscolo al 2 o 3%. Ma noi vogliamo arrivare al 100%”. Plebisciti permanenti e unanimità?