Berlusconi e Bossi puntano al voto a fine gennaio, ma “la colpa deve ricadere sui finiani”

Pubblicato il 4 Ottobre 2010 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

La fiducia dalla Camere l’ha ottenuta ma ora Silvio Berlusconi punta dritto a nu0ve elezioni, già per fine gennaio 2011. Almeno questo è quello che riferiscono i “rumors” di Palazzo secondo cui la decisione di “anticipare il voto anticipato” sia un’idea “in tandem” del premier e del suo fidato alleato Umberto Bossi. In particolare quest’ultimo mal tollererebbe la pressione che esercitano sull’Esecutivo i finiani, forti del fatto di essere “necessari” per raggiungere la maggioranza e forti anche della costituzione del proprio partito.

Il ragionamento di Silvio e Umberto sarebbe dunque: facciamo cadere il governo, andiamo a elezioni anticipate ma la colpa deve ricadere tutta sui finiani. Al “popolo” che poi andrà a votare, insomma, deve essere chiaro che a “tadire” sono stati i seguaci di Fini e che si si è dovuto tornare alle urne è solo colpa di Futuro e Libertà e delle loro alzate di testa.

La road map che hanno in mente Pdl e Lega è ricca di impegni. A fine ottobre nella mente di Berlusconi e Bossi ci sarebbe una bella crisi di governo, magari favorita da qualche impuntatura del Carroccio. Quindi la salita al Colle e, sempre secondo il ragionamento del duo, scioglimento delle Camere a metà Novembre. Così da poter in fretta e furia organizzare campagna elettorale ed elezioni e andare alle urne massimo a inizio febbraio.

Qualcuno che capisce di diritto costituzionale potrebbe obiettare che Napolitano potrebbe proporre o almeno tentare un governo tecnico. Berlusconi, però, sarebbe contrario, come ha ribadito domenica da Milano, e soprattutto è sicuro che il Capo dello Stato opterà immediatamente per le urne. A spiegare in quattro parole è il coordinatore del Pdl Dennis Verdini: “Sarebbe difficile per il presidente della Repubblica – afferma – fare un governo che abbia all’opposizione Berlusconi e Bossi, i due vincitori delle elezioni. Le prassi sono importanti ma anche la politica ha il suo peso”.

E allora via con la campagna elettorale, già da adesso, per giocare d’anticipo. C’è chi giura che quel discorso, contro i giudici, fatto dal palco della festa del Pdl a Milano sia stato per Berlusconi il primo comizio in vista delle nuove elezioni. D’altronde a chiarire che si va verso le urne, o che almeno questa è l’intenzione del premier, è Mario Mantovani, responsabile della macchina elettorale. “I finiani ci hanno votato la fiducia in Parlamento ma… come si dice dalle parti di Bocchino? Cà nisciuno è fesso – dice Mantovani alla Repubblica – Noi siamo pronti al voto: stiamo mettendo in piedi 61 mila ‘team della libertà’ per raggiungere 22 milioni di famiglie. Porta a porta”.

Da parte leghista ci pensa Bobo Maroni a chiarire la perfetta sintonia dell’asse Berlusconi-Bossi. Nella maggioranza ”c’è ancora molta confusione e c’è bisogno di chiarezza – dice il ministro dell’Interno nel corso della trasmissione Mattino5 – Io voglio capire se le proposte che il governo farà a seguito dell’intervento di Berlusconi sui cinque punti sono condivise da chi ha votato la fiducia e questa è una verifica da fare subito, non tra sei-sette mesi. Se non ci sarà la conferma che la maggioranza esiste, occorre andare al voto subito”.

”Io – ribadisce Maroni – ho parlato di tre settimane perché nelle prossime tre settimane c’è una serie di scadenze importanti, in cui si potrà verificare la tenuta della maggioranza, come ad esempio il rinnovo delle presidenze delle commissioni parlamentari. E’ interesse di tutti gli italiani capire se hanno un governo che puo’ governare oppure se è meglio tornare a dare loro la parola per vedere da chi devono essere governati”.