Berlusconi, cambio silente di strategia: frena su Jobs Act

di Michele Esposito
Pubblicato il 1 Ottobre 2014 - 07:30 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi, cambio silente di strategia: frena su Jobs Act

Silvio Berlusconi (Foto Ansa)

ROMA – Una silenziosa ma non marginale frenata sul Jobs Act targato Matteo Renzi segna il day after di Forza Italia dopo la direzione Pd di lunedì sera. Una direzione nella quale, secondo gli azzurri, sono state fatte non poche concessioni alla minoranza Democrat con il rischio di snaturare la legge delega perdendo così il plauso dei senatori azzurri. Non una parola, tuttavia, è uscita sul tema da Silvio Berlusconi che in serata ha inaugurato la Biennale Internazionale di Antiquariato a Roma – appuntamento quasi tradizionale per lui – concedendo diverse battute ai suoi interlocutori ma rifuggendo i cronisti con un rammaricato “sono impedito”.

Eppure, per Forza Italia, questo martedì segnato dalla riforma del lavoro e da una nuova fumata nera sulla Consulta – con Donato Bruno che ha rimesso la sua candidatura nelle mani di Berlusconi – non è stato semplicissimo.

C’era, ad esempio, da rimodellare la linea sulle modifiche al Jobs Act partorite ieri al Nazareno. Modifiche che hanno visto in trincea buona parte degli esponenti azzurri, con fittiani e fedelissimi al Cavaliere uniti in un coro pressoché inedito. Tanto che, negli ambienti vicini a Berlusconi, si fa notare come il cambio di strategia azzurro si sia quasi “autogenerato”. E a testimoniarlo sono le stesse dichiarazioni dei big azzurri, a cominciare da Giovanni Toti che con un tweet quasi stronca il lavoro del Pd.

“Riforma del lavoro: tanto rumore per nulla? E intanto i giovani disoccupati aumentano”.

Mentre il capogruppo FI al Senato, Paolo Romani, avverte: se il testo sarà snaturato “saremo costretti a desistere”, facendo vacillare quindi, quel soccorso azzurro sul Jobs Act che per Renzi potrebbe essere dirimente.

Di tutto ciò Berlusconi preferisce non parlare ai microfoni della folla di cronisti che lo attendono. Allarga le braccia, quasi a voler dire che non è il momento, per lui, di fare dichiarazioni. Poi comincia una lunga visita alla Biennale di Antiquariato, accompagnato da Gianni Letta, tra strette di mano, selfie e battute con cui intervalla lunghi commenti alle opere in esposizione. E i riferimenti all’attualità, sempre sul filo dell’ironia, non mancano.

“Eh ormai, me ne han fatto di tutti i colori”, scherza con chi, indicandogli una corazza di marmo, gli suggeriva quanto ne avesse bisogno. “Tutto bene?”, gli chiede uno dei tanti fan presenti. “Beh, insomma…tutto bene proprio no”, confessa il Cavaliere che ad un altro interlocutore ricorda: “Io purtroppo la sera devo tornare alle 23. I carabinieri mi vengono a controllare”.

E non manca, infine, una battuta sulle donne, quando a chi gli mostra un quadro pieno di sinuose figure femminili il leader di FI si ritrae: “Io non più donne..”. Ma la politica non può che aleggiare sulla serata d’arte del Cavaliere, che all’ingresso della mostra saluta il finto Renzi interpretato da Davide Ballantini di Striscia la Notizia e poi, con un suo sostenitore,scherza: “Ho fatto un grande errore, non sono stato di sinistra, sennò adesso mi avrebbero portato in giro come la Madonna…”.