Silvio-Patrizia: terzo audio della notte insieme. “Un giovane sarebbe già arrivato…” “Devi toccarti con una certa frequenza…”. L’Italia sa tutto
Si ascolta con imbarazzo, ma non si può non ascoltare. Imbarazzo per se stessi, trascinati quasi fisicamente in sudore, parole e liquidi di amplessi altrui. Imbarazzo per quei due che si scambiano valutazioni, misurazioni, attestati di stima sessuale e reciproche assicurazioni e richieste. Ma quei due sono Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio, e Patrizia D’Addario, la escort a pagamento. La scena è sempre la stessa: Palazzo Grazioli, il letto è sempre lo stesso. Anche il sito e il settimanale sono gli stessi, quelli dell’Espresso che centellina, audio dopo audio, le pubblicazioni sottoponendo non a caso ma per scelta il premier a questa tortura. Tortura voluta e cercata ma, purtroppo, non c’è niente di falso, le voci e i fatti sono autentici.
Patrizia: “Un giovane sarebbe già arrivato in un secondo. Sai, cioè, sarebbe arrivato…i giovani hanno un sacco di pressioni…”.
Silvio: “Però, se posso permettermi…il guaio secondo me è di famiglia”.
Patrizia: “Quale?”.
Silvio: “Avere l’orgasmo”.
Patrizia: “Sai da quanto tempo non faccio sesso come ho fatto con te stanotte? Da molti mesi, da quando ho lasciato il mio uomo…Ti sembra normale?”.
Silvio: “Mi posso permettere? Tu devi fare sesso da sola…Devi toccarti con una certa frequenza”.
Chi vuole, chi ha stomaco potrà trarne la conferma della prestanza e capacità sessuale del settantenne. Oppure chi altrettanto stomaco ha potrà trovare conferma del fatto che il premier non solo non è “un santo” ma è un “utilizzatore finale” abituale ed esperto di sesso a pagamento. Diamo per assodate e certe le due circostanze: il premier è virile quanto bugiardo. Adesso sappiamo tutto, lo abbiamo sentito con le nostre orecchie. Basta. Vederlo con i nostri occhi potrebbe trasformare l’imbarazzo in vergogna. Basta, quel che c’era da sapere si sa. Inutile negarlo ma basta. Grazie a chi ce lo ha fatto sapere ma basta. Ognuno può, se vuole e se sa, giudicare l’uomo, lo statista, il paese e, in fondo se stesso.