Volano ortaggi tra Berlusconi e i giudici

Pubblicato il 26 Febbraio 2010 - 20:40| Aggiornato il 27 Febbraio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

La guerra tra Silvio Berlusconi e l’Anm (l’Associazione nazionale dei magistrati), da tempo in corso, ha registrato oggi, 27 febbraio, un nuovo aumento della già elevata temperatura. Primo ministro e sindacato dei giudci sono arrivati ad insultarsi pubblicamente, qualcosa di simile al volo degli ortaggi nei comizi di una volta.

Berlusconi, durante l’apertura della campagna elettorale delle Regionali a Torino, ha detto che «per fortuna la grande maggioranza dei giudici non appartengono a questa banda di magistrati talebani, ma che questi magistrati talebani esistano, che siano molto forti e che intervengano con propositi eversivi nella vita democratica questa è una realtà assolutamente incontrovertibile». Ha aggiunto poi che  spera che i «magistrati per bene aumentino sempre di più».

Non contento, in serata, a una cena elettorale per il leghista Roberto Cota, ha alzato ancora il tiro. Nonostante il suo avvocato lo abbia “rimproverato” per le frasi sulla magistratura Berlusconi ha sostenuto di aver detto solo “la verita” nel denunciare la presenza di “bande di pm talebani” e ha concluso: “Faremo una riforma della giustizia importante e cercheremo di eliminare questa terribile patologia: qualche volta si dice la corruzione, le organizzazioni criminali… secondo me questa [la magistratura politicizzata] è la patologia più grave della nostra democrazia”.

Tornando a parlare del processo Mills, il premier, probabilmente ringalluzzito dalla sentenza della Corte di Cassazione, della quale sembra non accontentarsi più, ha alzato il tiroe ha detto di volere una «assoluzione piena». Ha ancora sottolineato: «È un’invenzione pura, un assurdo, non c’è stata nessuna dazione da parte di un manager di Fininvest che tra l’altro è morto».

La reazione del sindacato dei magistrati italiani non si è fatta attendere: «È intollerabile questa escalation di insulti e aggressioni nei confronti dei magistrati italiani». L’Anm chiede alle «istituzioni di reagire».

Il segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini, non ha dubbi: «Il male dell’Italia sta nella gravissima corruzione della politica e della pubblica amministrazione e non certo in magistrati che facendo in solitidine il loro dovere individuano i responsabili di tali crimini. E l’ossessiva ripetizione del ritornello della magistratura politicizzata, dei pm che agirebbero a fini di lotta politica diventa ogni giorno più falsa e stucchevole proprio di fronte alla quotidiana emersione di gravissimi comportamenti illeciti da parte di pubblici funzionari e uomini politici».

«Bisogna essere ciechi e sordi- dice ancora Cascini- per non accorgersi di quali danni si fanno al Paese nel proseguire in questa linea di delegittimazione del ruolo e della funzione della magistratura in Italia». Il sindacato delle toghe lancia quindi un appello: «invitiamo tutti a rispettare le decisioni dei tribunali e il ruolo della magistratura e chiediamo alle istituzioni di reagire di fronte a queste inaccettabili aggressioni».