Indecisi, assenti, incinte: quei 7 voti che decidono la fiducia al governo

Pubblicato il 13 Dicembre 2010 - 09:13 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

Ultime ore decisive per il governo Berlusconi. Tutto sembra giocarsi su sette voti che potrebbero decidere il proseguimento dell’esperienza di governo e l’eutanasia di una maggioranza in evidente crisi. A far pendere l’asticella da una parte (quella della fiducia) o dall’altra (quella della sfiducia) c’è il possibile forfait delle tre parlamentari incinte (una del Pd e due di Fli) e dei quattro indecisi: Paolo Guzzanti dei liberali, Massimo Calearo, Silvano Moffa di Fli e Ricardo Antonio Merlo di recente confluito nell’Udc.

Facciamo rapidamente due conti. Le analisi “pre voto” danno una forbice di 312-316 voti per la fiducia e una di 308-314 per la sfiducia. E’ ovvio dunque che tutto si gioca sul filo del rasoio. I 4 incerti, gli imprevedibili astenuti, le possibili assenze e le tre deputate che sono in attesa di partorire potrebbero fare la differenza, in un senso e nell’altro.

Gli scenari possibili sono tre. Prima alternativa: vittoria netta della fiducia, con 316 voti a favore contro 308 o 311 a sfavore, se i quattro indecisi votano per il governo. Seconda possibilità: vittoria molto risicata della fiducia con 314 voti pro e 313 contro, se le tre deputate in dolce attesa (Bongiorno, Cosenza e Mogherini) riescono a votare la sfiducia e se, in aggiunta, Moffa e Merlo si allineano alle indicazioni dei rispettivi gruppi (Fli e Udc) e votano la sfiducia. Terza opzione: passa la sfiducia con 314 voti contro 313 se Paolo Guzzanti si posiziona con il centrosinistra insieme a Moffa e a Merlo e votano tutti e tre la mozione di sfiducia. Ultima possibilità: un pareggio, palla al centro. Ovvero la “partita” finisce 313 a 313, se Calearo decide di astenersi da solo, senza i “compagni” Scilipoti Cesario. In questo caso il governo otterrebbe una fiducia tecnica perché la mozione di sfiducia deve ritenersi respinta.

Compravendita dei voti. Intanto proprio oggi la Procura di Roma deciderà il da farsi in merito all’anchiesta sulla compravendita dei deputati. Dare il via alle indagini, convocando i due ex deputati Idv, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, sul cui cambio di casacca Di Pietro ha presentato un esposto, o archiviare il tutto. È stata fissata per stamattina la riunione in cui il procuratore capo Giovanni Ferrara e l’aggiunto Alberto Caperna, che coordina il pool sui reati contro la pubblica amministrazione e quindi titolare del fascicolo per “atti relativi a”, faranno il punto della situazione e decideranno il da farsi, anche alla luce della memoria che l’ex magistrato di Mani Pulite consegnerà in mattinata.