Berlusconi: “Io operato di cancro ma forse l’intervento non serviva”

Pubblicato il 25 Maggio 2010 - 09:05| Aggiornato il 26 Maggio 2010 OLTRE 6 MESI FA

«Ho sempre avuto una grande fiducia in me stesso. E poi sa che le dico? Non sono nemmeno sicuro che quella operazione fosse necessaria». Silvio Berlusconi da presidente del Consiglio a medico di se stesso.  Il Cavaliere ha spiegato nel prossimo libro di Bruno Vespa,  di cui sono state diffuse alcune anticipazioni, che in nessun momento ha mai temuto per la sua vita. Il premier nel 1997 è stato operato di cancro alla prostata ma lo ha rivelato solo tre anni più tardi, perché un leader politico «ha avversari che sono pronti ad approfittare di tutto» ed «era importante che nessuno potesse cogliere questa mia debolezza». E, come ha raccontato al conduttore di Porta a Porta probabilmente neanche ce n’era bisogno. «Sulla base dell’esperienza mi permetto di suggerire a tutti di farsi visitare da tre specialisti diversi prima di rassegnarsi a un intervento chirurgico» ha ribadito il premier.

Puntuali arrivano le critiche del Partito Democratico. Il giudizio espresso da Berlusconi sull’inutilità dell’operazione chirurgica e il consiglio a rivolgersi ad almeno tre specialisti prima di prendere decisioni, non ha convinto la deputata del Pd e membro della commissione Affari sociali della Camera, Margherita Miotto. «Sono parole incredibili che dimostrano una grande sfiducia nei confronti dei medici italiani e sembrano voler indurre ad un vero e proprio consumismo sanitario. Sarebbe bello sapere cosa ne pensa il ministro Fazio». I chirurghi italiani, continua la Miotto, sono stati «denigrati senza motivo da un presidente del consiglio che, evidentemente, non sa che la sanità italiana è ai vertici mondiali nelle indagini dell’Oms».

“Nel segno del Cavaliere” non si concentra solo sui problemi di salute del premier. Un passaggio importante è dedicato al divorzio tra un Berlusconi «rattristato» e Veronica Lario, «una donna che sa risparmiare». Il leader del Pdl ha confermato a Vespa le condizioni dell’accordo preliminare, raggiunto a inizio mese dopo i faccia a faccia con la consorte. Una “equa transazione”: dopo ventinove anni di matrimonio, alla Lario resterà la villa di Macherio, sua residenza abituale, e un assegno da trecentomila euro al mese.