Berlusconi prepara la “deberlusconizzazione”. Ma senza tv, “è rischioso”

Pubblicato il 4 Ottobre 2011 - 08:36 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi

ROMA – Una volta dicevi Berlusconi e tra i suoi si illuminavano gli occhi. Oggi si cerca di pronunciarlo il meno possibile. E allora anche all’interno del Pdl parte la “deberlusconizzazione”.  Niente più il suo nome, e il suo cognome, nel simbolo del partito. Lo ha chiesto lui stesso, dopo aver fatto fare dei test sulla forza del partito di Angelino Alfano al netto della sua immagine, ovvero di qualsiasi riferimento diretto alla sua persona.

Ma in realtà sembrerebbe si stia preparando il tutto per il dopo premier. Berlusconi infatti, stando a quanto racconta Marco Galluzzo per Il Corriere della Sera, non vede l’ora di dire ufficialmente che non sarà più candidato. E dirlo in televisione, davanti agli italiani. “Aspetto il momento più opportuno”, diceva anche lunedì ai suoi collaboratori. E probabilmente è anche il motivo per cui è saltato un possibile intervento alla trasmissione “Porta a Porta”, previsto originariamente per mercoledì.

In tv il capo del governo vuole tornare quando avrà qualcosa di concreto da comunicare, dunque probabilmente dopo il varo del decreto per lo sviluppo. Prima di quella data, ed è quello che gli consiglia il suo staff, apparirebbe più il profilo dell’uomo che ha guai con la giustizia e la sua vita privata, meno quello del presidente del Consiglio.

Niente candidature, ma le cose vanno lasciate per bene. Per cui Berlusconi spiega: “Non mi sto interessando della legge elettorale. Quello che mi sta a cuore in questo momento è continuare a lavorare per portare l’Italia al riparo dall’attacco al nostro debito pubblico e fuori dalla crisi finanziaria globale”. “Governo e maggioranza – aggiunge – stanno lavorando a un nuovo decreto legge, con misure concrete ed efficaci che ridiano fiducia ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. Lo presenteremo entro la metà di questo mese, come ci siamo impegnati a fare”.

“La riforma del sistema elettorale – prosegue al nota del prmier – non è materia sulla quale mi sto esercitando. Le riforme che mi interessano in questo momento sono quelle del fisco, della architettura istituzionale, della giustizia, che sono il completamento delle riforme attuate in questi tre anni. Su questi temi, pur con il limite degli inesistenti poteri attribuiti dalla Costituzione al premier sto spronando la maggioranza a lavorare presto e bene in Parlamento. Su queste riforme decisive per il presente e per il futuro del Paese, sarebbe auspicabile un contributo fattivo dalle opposizioni, se pensassero davvero al bene comune e non solo alla mia poltrona di premier”.