Nicole Minetti ai pm: nessun riferimento a Ruby ipotetica “nipote di Mubarak”

Pubblicato il 2 Febbraio 2011 - 09:34 OLTRE 6 MESI FA

Nicole Minetti

MILANO – La sera tra il 27 e il 28 maggio del 2010, mentre Ruby era in Questura a Milano, Silvio Berlusconi chiamò Nicole Minetti dicendole: “Vai tu in Questura perché sei una persona per bene, sei incensurata, ti presenti bene”. Nessun riferimento al fatto che Ruby potesse essere la nipote di Mubarak. Questo un particolare raccontato, secondo quanto riporta ‘Il Corriere della Sera’, dalla stessa Minetti durante l’interrogatorio di domenica con i pm di Milano che indagano sul ‘caso Ruby’. Un altro particolare fondamentale, nella versione della Minetti, è che l’idea di adottare una procedura “fuori norma” per il rilascio di Ruby, con l’affidamento alla consigliera regionale, venne suggerito alla Minetti da una poliziotta: la “funzionaria Iafrate”.

La Minetti racconta di essere stata contattata, quella stessa sera, prima da Michelle, la ragazza che poi avrebbe ospitato Ruby e che viene identificata come una prostituta. “Probabilmente – ha raccontato l’igienista dentale del premier al magistrati, secondo quanto scrive ‘Il Corriere della Sera’ – siccome sapeva che io avevo conosciuto Ruby proprio a casa del presidente, pensò di chiamare me”. Michelle spiega alla Minetti di aver già provato ad avvisare il premier che Ruby è in Questura dopo che la sua coinquilina l’ha denunciata per furto, ma lo fa in codice: “Michelle mi disse di aver telefonato lei stessa al presidente – è il racconto della Minetti – anche se per evitare di fare nome e cognome usò una terminologia tipo ‘Spirito santo’».

I tabulati, si legge sul ‘Corriere della Sera’, mostrano che Michelle chiama Minetti alle 22.19 e alle 23.27, e che la consigliera regionale cerca Berlusconi sia ad Arcore sia a Roma per avere conferma. Riesce a parlargli alle 23.43, quando riceve la chiamata di Berlusconi da Parigi. Il premier le conferma di aver già parlato con Michelle e di sapere che Ruby è “in Questura perché non aveva i documenti”. “Berlusconi mi pregò di andare in Questura – dice Minetti – Io ero un po’ titubante, anche perché non conoscevo bene Ruby. Anzi, ora mi viene in mente, Berlusconi mi disse: “Vai tu perché sei incensurata e ti presenti bene”, non so se aggiunse anche che ero consigliere regionale e quindi più affidabile”.

Ma perché Berlusconi aveva così tanto a cuore la situazione di Ruby? Secondo la Minetti il motivo è da ricercare nel fatto che il Cavaliere era preoccupato in quanto “Ruby era una ragazza problematica”, anche “molto estroversa e loquace”.

Una novità nel racconto della Minetti, comunque, è un particolare che, su quella notte, chiama in causa la polizia. La consigliera regionale, infatti, ha raccontato ai magistrati che quella notte in Questura a Milano “la funzionaria Iafrate mi disse chiaramente” che l’unico modo per non far passare la notte in Questura a Ruby “era farsela affidare temporaneamente, visto che l’idea iniziale di farla tornare al domicilio di Michelle era stata scartata dal magistrato minorile di turno”. Minetti aggiunge di essersi allora resa disponibile, chiedendo alla funzionaria se avesse dovuto condurre Ruby con sé a casa, “e la Iafrate – dice Minetti, secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’ – mi rispose che la ragazza avrebbe potuto tornare a casa di Michelle, tant’è che a lei richiesero copia dei documenti”.