Berlusconi sceglierà i servizi sociali dopo un mese di domiciliari “volontari”

Pubblicato il 13 Settembre 2013 - 10:12 OLTRE 6 MESI FA
Berlusconi sceglierà i servizi sociali dopo un mese di "domiciliari volontari"

Berlusconi sceglierà i servizi sociali dopo un mese di “domiciliari volontari”

ROMA – Berlusconi sceglierà i servizi sociali dopo un mese di “domiciliari volontari”. A parte una brevissima sortita romana, Silvio Berlusconi non si muove da Villa San Martino da 37 giorni, un “autoesilio” come lo chiama il Corriere della Sera. Una specie di arresti domiciliari autoimposti che però, dal 15 ottobre, potrebbero diventare esecutivi. Ad Arcore non si ragiona solo di decadenza e di spine da staccare al Governo. Le giornate si susseguono da un mese sempre uguali con la visita dei figli, degli avvocati, della cerchia ristretta dei consiglieri (Verdini, Santanchè, Doris) e la presenza amorevole della compagna Francesca Pascale e l’inseparabile cane Dudù, vera passione del Cavaliere che gli ha perfino concesso licenza di pipì totale nella villa.

Tommaso Labate, sul Corriere della Sera del 13 settembre, descrive un Berlusconi insonne, che tira mattina davanti alla tv che “vede ma non guarda”. La sua attività si svolge al’interno di un “loop temporale”, appunto di giornate scandite da riunioni e discorsi che invariabilmente girano sulla stessa questione. Il loop di cui parla Adalberto Signore su Il Giornale, sarà interrotto fra poco, perché , rivela il cronista che una decisione è stata presa Berlusconi dirà sì all’affidamento ai servizi sociali, prima del 15 ottobre, quando, se non avrà scelto, scatterebbero i domiciliari per forza, in esecuzione delle disposizioni del tribunale.

Certo, accettare i servizi vuol dire anche accettare la condanna, chinare la testa di fronte a quella che considera la madre di tutte le ingiustizie. Diversamente, però, non solo l’agibilità politica, ma anche il semplice tran tran quotidiano subirebbe un colpo non da poco. Franco Coppi in testa, gli avvocati lo hanno avvisato dei rischi che corre:

La detenzione ai domiciliari, infatti, per quanto nella dorata residenza di Arcore (è qui, nel caso, che sceglierebbe di stare) non è affatto facile come po­trebbe sembrare. Da detenuto, per esempio, Berlusconi po­trebbe vedere solo chi abita ad Arcore e pure i cinque figli (che sono residenti altrove) dovrebbero far domanda al giudice ogni volta che vogliono andare a trovarlo. I domiciliari, insom­ma, comporterebbero serie re­strizioni, soprattutto per chi vuole continuare a fare il lea­der del centrodestra e, dun­que, tenere riunioni e incontri. Per tutte queste ragioni, dun­que, anche il Cavaliere si sareb­be deciso a chiedere l’affido ai servizi sociali, nonostante non dia affatto per scontato che gli vengano concessi perché or­mai dalla magistratura «mi aspetto di tutto». A quel punto, sarebbe libero di continuare a fare la vita di prima e, se la situa­zione lo richiedesse, potrebbe anche decidere di utilizzare i servizi sociali come tribuna e catalizzatore mediatico. (Adalberto Signore, Il Giornale)

Servizi sociali dove? Potrebbe, Berlusconi, rendersi utile, “magari per dare una mano alla casa di riposo di Mortara, provincia di Pavia, dove l’amata e compianta zia Bice aveva trascorso gran parte della sua vita dopo essersi fatta suora (e aver preso il nome di suor Silviana)” (Tommaso Labate, Corriere della Sera).