Berlusconi: “Schengen da modificare”. Sarkozy: “Draghi ottimo per la Bce”. L’accordo italo-francese

Pubblicato il 26 Aprile 2011 - 18:24 OLTRE 6 MESI FA

Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy (foto LaPresse)

ROMA – Silvio Berlusconi arretra su Schengen, Nicolas Sarkozy sposa la candidatura di Mario Draghi alla Bce. Sono i due aspetti salienti del vertice italo francese di Villa Madama. ”Un vertice positivo, molto positivo” da cui, a detta di Berlusconi,  è emersa una ”forte convergenza”. A fine incontro la conferenza stampa è all’insegna dei grandi sorrisi e dell’amicizia ritrovata: le tensioni su profughi e guerra sembrano improvvisamente lontane.

“E’ stato un vertice – ha spiegato Berlusconi – che posso definire come molto, molto positivo. E’ emersa la forte convergenza su tutti gli argomenti affrontati: la situazione in Libia, del Mediterraneo, l’immigrazione la cooperazione economica e industriale tra i nostri due Paesi”.

Libia. A prendere per primo la parola è stato il premier italiano. La crisi libica e i bombardamenti, ovviamente, il primo problema trattato. Berlusconi ha spiegato che la decisione di aumentare l’impegno militare in Libia è stata una scelta sofferta visto “il nostro passato coloniale”.  “Abbiamo sentito – ha aggiunto il premier – di non poterci sottrarre” ad un intervento maggiore dell’Italia in Libia con raid mirati anche perché ”c’era bisogno”. Quindi da Berlusconi una precisazione: “Non di bombardamenti si tratta, come hanno scritto tanti giornali”. “Useremo – ha spiegato Berlusconi – razzi ad altissima precisione”.

Profughi e variazioni a Schengen. Sulla questione profughi, centro dello scontro tra Italia e Francia nelle scorse settimane, Berlusconi sceglie la linea morbida:” ”Nessuno di noi vuole negare” e abolire l’accordo di Schengen ”ma in circostanze eccezionali crediamo debbano esserci variazioni a cui abbiamo deciso di lavorare insieme”.

Il presidente del Consiglio italiano ha riconosciuto che lo sforzo di Parigi nell’affrontare questa emergenza “è cinque volte superiore a quello dell’Italia. La Francia ogni anno accoglie 50 mila migranti. L’Italia una media di 10 mila. Di questo siamo consapevoli e da parte nostra non c’è nessuna volontà di accusare la Francia” di inadempienze. “Nessuno di noi vuole negare” e abolire l’accordo di Schengen “ma in circostanze eccezionali crediamo debbano esserci variazioni a cui abbiamo deciso di lavorare insieme”. “Vogliamo che il trattato di Schengen viva, ma perché viva deve essere riformato” ha rilanciato il presidente Sarkozy.

I due leader hanno anche inviato una lettera comune al presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, nella quale si sottolinea la posizione comune dei due Paesi per riformare il trattato di Schengen.

Su Schengen il parere di Sarkozy è netto: “Vogliamo che il trattato di Schengen viva, ma perché viva deve essere riformato”.

Parmalat. Quindi dal premier un accenno anche alla vicenda Lactalis Parmalat: ”Auspico la creazione di grandi gruppi franco-italiani e italo-francesi che possano stare insieme nella competizione globale”. ”Non considero l’opa di Lactalis su Parmalat come un’opa ostile” ha spiegato  Berlusconi, aggiungendo che è comunque ”singolare che sia stata lanciata proprio oggi, in concomitanza con il vertice Italia-Francia: ”ma proprio per questo escludo nella maniera piu’ assoluta la consapevolezza da parte del governo francese su questa sovrapposizione”.

Sarkozy. Quindi ha preso la parola il presidente francese: “L’Italia è nel cuore di ogni francese – ha esordito Sarkozy – non so se ve ne rendete conto”. Il presidente ha espresso la sua soddisfazione per la scelta del maggiore impegno italiano in Libia e quindi ha di fatto “ufficializzato” il sì francese alla candidatura di Draghi al vertice della Bce:  ”Appoggiamo la candidatura di un italiano alla presidenza della Bce. Non lo facciamo perché è italiano ma perché è una persona di grande qualità. In più è italiano”, ha detto Sarkozy, aggiungendo che si tratta di un ”ottimo segnale per tutti gli italiani che pensano di mettere in dubbio il ruolo italiano nell’Ue”.