Caos Napolitano. Berlusconi: “Io non c’entro niente”, Grasso: “Come nel ’92”

Pubblicato il 1 Settembre 2012 - 12:25 OLTRE 6 MESI FA
Silvio Berlusconi (Foto Lapresse)

ROMA – Se Silvio Berlusconi si tira fuori dal caos intercettazioni intorno al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e anzi lo loda, Piero Grasso lancia l’allarme: “Menti raffinate come nel ’92” e a ventiquattro ore di distanza Nicola Mancino si auspica che cessi il conflitto tra poteri dello Stato.

BERLUSCONI – “Non rovesciate la frittata: sui tentativi brutali di condizionamento del Colle io non c’entro nulla”: l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi mette le mani avanti sulla questione intercettazioni che sta colpendo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e se ne chiama fuori.

“In questi mesi tormentati il Quirinale è stato oggetto di attenzioni speciali e tentativi di condizionamento impropri, e brutali, ai quali sono completamente estraneo, dei quali sono un avversario deciso. La frittata non è rovesciabile”, ha detto Berlusconi in un’intervista al Foglio anticipata sul sito del quotidiano.

“Ho un rapporto consolidato e leale con il presidente Napolitano. Lo sanno tutti. Al mio primo discorso parlamentare da premier, nel 1994, la sua replica di capogruppo alla Camera fu tanto civile, in mezzo a quelle simulazioni di guerra che caratterizzavano la faziosità della sinistra, che mi alzai dal banco del governo e lo raggiunsi in aula per una stretta di mano. Considero il capo dello stato un impeccabile servitore della Repubblica”.

Riguardo alle accuse a Panorama per le anticipazioni sul contenuto delle telefonate intercettate tra Napolitano e l’ex ministro degli Interni Nicola Mancino, Berlusconi dice: “Mondadori è un grande editore, Panorama è il primo newsmagazine italiano, è tutta gente che fa il suo mestiere. Il bue che avvilisce sistematicamente l’informazione a strumento di una malagiustizia e di una malapolitica dà del cornuto all’asino. La giusta decisione di sollevare conflitto di attribuzione presso la Corte costituzionale non riguarda il settimanale mondadoriano, ma i comportamenti di una procura della Repubblica e i suoi portavoce a mezzo stampa, che oltre tutto per evidenti ragioni di piccola politica adesso litigano tra loro. I cittadini non sono stupidi, certe cose le capiscono al volo”.

Non solo difende Napolitano in quanto capo dello Stato, ma si erge lui stesso come salvatore dell’Italia, dipingendo le proprie dimissioni nel novembre del 2011, e dice, quasi a fugare il dubbio che l’attacco a Napolitano sia anche volto a scongiurare un Monti bis: “Non gioisco per il fatto che questo metodo è arrivato, per calcoli politici precisi e direi di bassa lega, a lambire la massima istituzione dello stato. Anzi, proprio per evitare manovre torbide e destabilizzanti, italiane e internazionali, nell’interesse di un’Italia che amo e ho sempre amato, ho contribuito in modo determinante, nello scorso mese di novembre, al varo di un’operazione di emergenza imperniata sul governo del senatore Mario Monti e della sua compagine tecnica. Ritengo di essermi comportato da uomo di stato e da patriota”.

Sulle rivelazioni uscite sulla Stampa per bocca dell’ambasciatore appena scomparso Reginald Bartholomew sui rapporti tra Antonio Di Pietro e gli Stati Uniti negli anni di Tangentopoli, Berlusconi dice: “La democrazia dei processi politicamente e faziosamente orientati è il principale ostacolo, e da molti anni, al libero dispiegarsi di una democrazia civile, fattiva, capace di affrontare i veri problemi della Repubblica. Senza una radicale riforma della giustizia l’Italia non si salva, questo lo sanno bene sia gli americani sia gli italiani nella loro assoluta maggioranza. Quanto alle piccole trame consolari di un magistrato voglioso di riconoscimento politico, niente mi può sorprendere”.

GRASSO –  ”Le stragi mafiose del ’92 – dice il magistrato, intervenendo alla festa del Pd – si inserivano in una strategia piu’ ampia che tendeva a mantenere l’esistente ed a fermare la spinta al cambiamento. Oggi assistiamo ad una ulteriore destabilizzazione fatta da menti raffinatissime contro la magistratura e contro il capo dello Stato”.

MANCINO –  ”Il conflitto tra i poteri dello Stato? Spero che cessi”. Alle domande insistenti dei cronisti sulla questione sollevata dal Capo dello Stato rispetto alla Procura di Palermo sulla intercettazione delle telefonate di Napolitano Mancino ha risposto: ”Di questo non voglio parlare”.