Bersani affonda sulla manovra e provoca la Gelmini: “Insegnanti eroi, lei una rompicoglioni”

Pubblicato il 22 Maggio 2010 - 13:41| Aggiornato il 2 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

Pier Luigi Bersani

All’assemblea nazionale del Partito Democratico il segretario Pier Luigi Bersani critica il governo per la manovrina estiva, scherza sulla sua leadership e dà della “rompi coglioni” al ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini.

Viene da pensare: se l’avesse fatto Berlusconi, cosa sarebbe successo? Sarebbe venuta giù l’Italia. Proclami, dichiarazioni, agenzie di stampa intasate dalle proteste.

Il segretario del Pd insulta una donna ministro, e tutto va liscio come l’olio. Forse c’è una differenza: parlando di Rosi Bindi e di Mercedes Bresso, rispettivamente ex disastroso ministro di varie cose e attuale presidente a vita della assemblea del suo partito, e ex presidente della Regione Piemonte, Berlusconi aveva fatto apprezzamenti sulla loro avvenenza. Questo ha fatto scattare la protesta perché non è molto chic rimarcare i difetti di una signora. Bersani invece ha fatto riferimento a una qualità che accomuna tutte le donne e che alla fine diventa un pregio: anche la più bella, alla fine, li rompe, come disse Arthur Miller quando divorziò da Marilyn Monroe. Forse Bersani non aveva proprio in testa quel modello di donna, parlando della Gelmini, o forse aveva informazioni di prima mano. Certo, comunque, non è stato chic nemmeno lui: è proprio vero che volgarità chiama volgarità.

Sulla manovra, quella di Bersani è una stroncatura senza appello: “Non si vede uno straccio di manovra strutturale, nulla che mette mano al meccanismo per spostare il carico. Il carico è di nuovo sui ceti medio-bassi”. Quindi parole dure anche per Silvio Berlusconi:  “Dice che non metterà le mani in tasca e poi si parla del ritorno di ticket sanitari. Di che tasche sta parlando?E poi c’é un mega condono in arrivo”.

Sulla sua leadership, in un partito che appare contraddistinto da molte divisioni interne, Bersani se la cava con una battuta: “Ora devo andare in Cina  non è che quando torno…”. Battuta alla quale replica dal palco la presidente del Pd, Rosy Bindi: “Tranquillizziamo il segretario che non approfitteremo dell’assenza del gatto, i topi staranno buoni”

Quindi il segretario ha parlato della scuola, attaccando con asprezza il ministro Gelmini: “Io sono per fare uscire da questa assemblea una figura eroica, i veri eroi moderni, gli insegnanti che inseguono il disagio sociale in periferia, lottano contro la dispersione mentre la Gelmini gli rompe i coglioni”.

Dal segretario, quindi, anche uno sguardo al futuro del Pd. Il compito dei dirigenti che guidano attualmente il partito, ha spiegato Bersani,  è quello di consegnarlo “ai nativi del Pd”. Il segretario ha invitato tutti i presenti “alla responsabilità collettiva di portare avanti il partito”, tenendo insieme “il progetto, la battaglia politica e l’impianto del partito”. “Non venite a dirmi i problemi che abbiamo – ha detto – che li conosco ma aiutatemi a risolverli. Sentitevi tutti un po’ segretari”.

Bersani ha quindi sottolineato la necessità del passaggio generazionale nella guida del partito: “La mia generazione, me compreso, siamo un crinale verso i nativi del Pd. Questo è il nostro compito: creare una situazione favorevole, spianare la strada, impiantare il partito e poi dire ‘nuota senza salvagente’, vai”.