Bologna, niente Festa dell’Unita: volontari del Pd in sciopero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 17 Giugno 2013 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA
Bologna, niente Festa dell'Unita: volontari del Pd in sciopero

Bologna, niente Festa dell’Unita: volontari del Pd in sciopero (Foto LaPresse)

BOLOGNA – Niente Festa dell’Unità a Bologna. I volontari del Pd hanno deciso di “scioperare“, scrivono Emiliano Liuzzi e Giulia Zaccariello sul Fatto Quotidiano. Mancano cuochi e organizzatori per la festa che nella Bologna, da sempre rossa, mostrano un disagio che il Pd aveva già mostrato.

Il Fatto Quotidiano scrive:

“È qui, in questo quartiere da sempre granaio di voti per il centrosinistra, che il circolo Berlinguer- Moro ha annunciato che la tradizionale Festa dell’Unità di ferragosto non si farà. Mancano i cuochi, mancano gli organizzatori, mancano tutti. In fuga dopo lo stop alla corsa di Romano Prodi al Colle, ma soprattutto dopo la nascita di un governo con Berlusconi. Impossibile da digerire per chi è cresciuto a pane e Gramsci”.

James Tramonti, segretario del circolo Pd, spiega al Fatto:

“Qualsiasi associazione di persone rischia l’estinzione, nel momento in cui non ci sono più le motivazioni per restare dentro. Per recuperare la partecipazione dobbiamo restituire alla base le ragioni per restare e lavorare nel Pd. Altrimenti ci dimentichiamo le feste. La nostra esisteva dal 2000, ci lavoravano almeno cento persone. Il calo abbiamo cominciato ad averlo dall’anno scorso”.

La Festa è stata annullata, spiega Tramonti, perché

“Qualche settimana fa ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti: questa volta non ce la facciamo, non abbiamo abbastanza forze. Del resto non glielo devo ricordare io che nel Pd c’è malcontento”.

A Bologna non si avverte solo il dissenso dei volontari del Pd, ma anche quello dei giovani di Occupy Pd, spiega al Fatto Lorenzo D’Agostino, una delle anime di Occupy Pd:

“E invece noi vogliamo contare. Per questo chiediamo alla segreteria di ammettere un nostro delegato alla commissione che da lunedì comincerà a elaborare regole e metodi del congresso. Bisogna evitare che si ceda alle logiche di corrente, con accordi più o meno opachi tra le diverse frange del partito”.

Sandra Zampa, deputata Pd, ha poi spiegato come le cose potrebbero cambiare, perché il governo a larghe intese con il Pdl proprio non va giù ai sostenitori del partito:

“Se il partito, grazie alla scissione del Movimento 5 stelle, trovasse i numeri per una maggioranza alternativa, di sicuro dovrebbe fermarsi e capire cosa vuole”.