La Camera vota: Ruby era la nipote ed erano telefonate di Stato quelle di Berlusconi. La scienza e coscienza dei 314

di Mino Fuccillo
Pubblicato il 5 Aprile 2011 - 16:50| Aggiornato il 17 Aprile 2020 OLTRE 6 MESI FA

(foto Mauro Scrobogna - LaPresse)

ROMA – Trecentoquattordici deputati hanno, si suppone in scienza e coscienza, votato che Ruby la notte del 27 maggio 2010 era per lo Stato italiano la nipote di Mubarak e che le sette telefonate di Berlusconi in Questura a Milano per farla rilasciare erano telefonate di premier, telefonate di Stato. Quindi i trecentoquattordici hanno conseguentemente chiesto alla Corte Costituzionale, a nome del Parlamento italiano, di stabilire che quelle telefonate, nella improbabile ipotesi che siano reato, siano giudicate dal Tribunale dei Ministri e non dal Tribunale di Milano. Insomma che il processo Ruby venga spostato ad altra sede e ad altra indefinita data. La Camera a maggioranza chiede, domanda alla Corte Costituzionale. E domandare è cortesia. A condizione che chi domanda accetti la risposta, qualunque essa sia. L’opposizione, 302 deputati, ha votato contro. Ritenendo la domanda incongrua e scorretta. Sostiene l’opposizione che a decidere se si tratta di reato ministeriale o no debba essere la magistratura. Facciamo che l’opposizione abbia torto, accettiamo che la domanda sia congrua e corretta. Supponiamo la domanda della Camera alla Corte Costituzionale come una “cortesia” da non rifiutare. Ma quella della Camera alla Corte non è una domanda, è un espediente, una scatola magica con il trucco. Trucco scoperto e dichiarato.

Se la Corte Costituzionale dichiarerà ammissibile la domanda, e non è detto, se la Corte dirà che il reato è ministeriale, che Berlusconi intercedeva per Ruby per ragioni di Stato e in funzione di premier, allora la stessa maggioranza, gli stessi trecentoquattordici sono già pubblicamente impegnati a far carta straccia della decisione della Corte. Se è reato ministeriale, allora Berlusconi dovrebbe essere giudicato dal Tribunale dei Ministri che altro non è che una corte composta di magistrati estratti a sorteggio. Se la Corte Costituzionale risponderà sì alla maggioranza della Camera, allora il processo Ruby dovrebbe tenersi di fronte a questo diverso Tribunale. Ma perchè questo Tribunale, sia pur dei Ministri, si attivi, perché questo processo richiesto dalla maggioranza della Camera si faccia occorre che la Camera dia a maggioranza l’autorizzazione al processo. Cosa che la maggioranza ha già detto che non farà. Quindi quella della maggioranza della Camera non è una domanda alla Corte, è una via già sbarrata al processo: tu Corte mandi Berlusconi al Tribunale dei Ministri come da nostra richiesta e noi al momento opportuno diciamo che non autorizziamo il processo a Berlusconi. Semplice, lineare, geometrico.

Se invece la Corte Costituzionale dirà che il reato non è ministeriale e di Stato, se dirà no alla gentile domanda della Camera, allora la maggioranza, i 314, dichiareranno “l’improcedibilità” nei confronti del premier. Come la giri e come la volti, il processo Ruby la maggioranza non vuole che si faccia, davanti a nessun Tribunale. E quindi quella dei 314 non è una domanda, è una simulazione. Come quella del giocatore di calcio che si tuffa in area invocando il rigore. Se l’arbitro concede il rigore, la maggioranza, i 314, diranno che è gol anche senza tirarlo. Se l’arbitro non concederà il rigore, la maggioranza, cioè i 314, dichiareranno sospesa la partita.

A sostegno e a motivo di questa limpida strategia c’è, per voto, ammissione e rivendicazione della maggioranza, dei 314, la scienza e coscienza che Ruby il 27 maggio del 2010 era per lo Stato italiano la nipote di Mubarak. I trecentoquattordici ne hanno scienza: sanno per certa evidenza che Ruby fu accolta ad Arcore più e più volte come parente di Mubarak, altrimenti perché? Sanno che è ovvio che una nipote di Mubarak viva, anzi scappi da casa in un paesino del Sud d’Italia, conosca e frequenti prostitute, sia accusata di furto. Lo sanno per scienza. E per coscienza. La loro coscienza istituzionale dice a ciascuno di loro che il premier fu ingannato da Ruby e forse dallo stesso Mubarak. Che Berlusconi chiamò sette volte la Questura di Milano, dopo esser stato avvisato da una prostituta brasiliana che aveva il suo numero in agenda, solo per mettere l’Italia al riparo da incidente diplomatico internazionale. Trecentoquattordici scienze e coscienze, trecentoquattordici anime e cervelli che pulsano e votano come un sol uomo: Berlusconi sovrano che tutto quel che fa è benefico e intoccabile Stato.