Casa Italia, Renzi chiama Azzone, direttore Politecnico Milano

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Settembre 2016 - 13:31 OLTRE 6 MESI FA
Casa Italia, Renzi chiama Azzone, direttore Politecnico Milano

Casa Italia, Renzi chiama Azzone, direttore Politecnico Milano

ROMA – Casa Italia, Renzi chiama Azzone, direttore Politecnico Milano. Il progetto di Casa Italia è un modo di fare un “progetto organico per il Paese: la manutenzione di una casa che sia all’altezza delle aspettative”. Lo ha detto il premier Matteo Renzi. Si tratta di “un progetto che chiederò di guidare, come una sorta di project manager a una delle professionalità più forti del nostro Paese, il rettore del Politecnico di Milano”. “Sto cercando i migliori, sto chiedendo ai migliori – ha concluso il presidente del Consiglio – di mettersi in campo e mettersi in gioco, anche in altri settori”.

“Ragioniamo di come il Politecnico può dare una mano al Paese in questo momento”: Giovanni Azzone, rettore dell’ateneo milanese, di questo parlerà oggi nel suo incontro con il premier Matteo Renzi. E’ stato lo stesso presidente del Consiglio ad annunciare l’appuntamento (ieri alla radio, oggi a Cernobbio), spiegando di voler coinvolgere il rettore nel progetto di Casa Italia. Sul fatto che vada affrontato “il tema della prevenzione sugli eventi sismici non c’è alcun dubbio. Non possiamo aspettare che accadano gli eventi”. “Di sicuro – ha aggiunto – qualcosa si può fare”.

Casa Italia finanziata da più flessibilità: ok della Merkel. “Sono certa che l’Europa troverà una soluzione sensata”. E’ la prima volta che la paladina del rigore europeo Angela Merkel, rispondendo ad una domanda sulla richiesta di flessibilità per il progetto ‘Casa Italia’, non si trincera dietro il solito refrain, ovvero che ‘è la Commissione a decidere, non i singoli stati’.     La cancelliera tedesca, parlando in conferenza stampa accanto al premier Matteo Renzi al termine del vertice di Maranello, non va oltre. Ma tanto basta a dare un segnale di maggiore apertura verso un paese, l’Italia, che se fino a qualche tempo fa era ‘sotto osservazione’ ora rischia di diventare uno dei pochi partner affidabili, all’interno di un’Europa sempre più debole e instabile.