Casini: “Berlusconi deve essere chiaro, va a vanti o lascia? Contro Fini squadrismo intimidatorio”

Pubblicato il 5 Agosto 2010 - 12:40 OLTRE 6 MESI FA

Il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, analizza la situazione politica in una conferenza stampa all’indomani del voto sulla mozione di sfiducia contro il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo (mozione respinta, con l’astensione di finiani, Udc, Mpa e Api). “È stata una giornata importante. Ci siamo riappropriati della politica e del Parlamento. Credo che farebbe molto male il presidente del Consiglio a non vedere quello che è capitato nell’aula di Montecitorio”, esordisce Casini.

“Non è nato un nuovo polo, non è nato il Grande Centro, non è nato tutto questo – continua Casini. – Si è data invece voce a un’esigenza che in Italia sta montando giorno dopo giorno, cioè un’area di responsabilità nazionale. Un’area che nasce non per sfasciare, ma per dare il proprio contributo a risolvere le problematiche nazionali. Respingo le accuse rivolte a coloro che si sono astenuti. Chi si è astenuto ha dimostrato di essere un garantista, ma di non sottovalutare la questione morale e le pessime abitudini private degli uomini pubblici”.

“Berlusconi – aggiunge il leader Udc – deve confrontarsi con la novità politica che è emersa, vale a dire la nascita di quella che l’ex presidente della Camera continua a chiamare area di responsabilità nazionale. Invito tutti, Pd e Pdl, a prenderne atto. Non è una vecchia area, non è il Grande Centro e per questo sarà destinata a crescere in Parlamento: è una cosa fortissima e nuova di cui c’è bisogno nel Paese”.

Casini poi aggiunge: “Non mi piace lo squadrismo intimidatorio nei confronti del Presidente della Camera. Se uno è un delinquente, lo è sempre. Una persona non è delinquente se fa una scelta oppure santa se ne fa un’altra”.

”L’area di responsabilità nazionale dice al presidente del Consiglio di governare, ma se vuole gettare la spugna si assuma la responsabilità di fuggire davanti al Paese – spiega Casini – Il presidente del Consiglio è chiamato a dire con serenità: ‘mi dimetto’ oppure ‘governo’ “. Tornare alle urne sarebbe ”una prova di irresponsabilità totale”, per l’ex presidente della Camera, secondo il quale ”un governo di responsabilità nazionale è indispensabile per risolvere i problemi degli italiani”.

E se alla fine si andasse a votare? “”Abbiamo una legge elettorale illiberale. Noi vorremmo che fossero i cittadini a scegliere i propri parlamentari. Lavoreremo per questo”.