Caso Tavecchio, Renzi furioso. Ma non può cacciarlo perché..

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Novembre 2015 - 08:55 OLTRE 6 MESI FA
Caso Tavecchio, Renzi furioso. Ma non può cacciarlo perché..

Il presidente della Figc, Carlo Tavecchio

ROMA – Se dipendesse da lui Carlo Tavecchio non sarebbe già da qualche tempo presidente della Figc. Il punto è che non dipende da lui: Matteo Renzi, sulla questione Figc, ha le mani legate. L’organismo è autonomo e Uefa e Fifa, in caso di ingerenze politiche nelle federazioni sportive, ci vanno giù pesante, anche con esclusioni dalle competizioni internazionali.

Eppure, da ieri 1 novembre, quando il Corriere della Sera ha diffuso le registrazioni di Tavecchio che durante il colloquio con il giornalista Massimiliano Giacomini si lascia andare a frasi offensive nei confronti di ebrei e omosessuali, Matteo Renzi è descritto come “allibito”. Ne parla sempre il Corriere della Sera in un pezzo firmato da Andrea Arzilli:

“Così non si può più andare avanti”, dicono gli uomini vicini al premier. «Tavecchio ne combina una al giorno». Renzi, raccontano, è rimasto di sasso di fronte alla nuova uscita del numero una della Federcalcio, presidente che al passo indietro non ci sta anche se oggi torna nell’occhio del ciclone per nuove gaffe sessiste e, stavolta, pure antisemite.

In realtà Renzi e il suo governo avrebbero fatto volentieri a meno di Tavecchio da subito. Da quando, per esempio, il calcio italiano decise di metterlo al vertice nonostante l’incredibile sortita sugli “Optì-Pobà mangiabanane”. Da quel momento i giornalisti sono andati a caccia degli scivoloni di Tavecchio. Impresa non difficile. Perché il presidente qualche tempo prima se n’era uscito con un considerare le donne del calcio “un po’ handicappate” che si commenta da solo.

Ora la sortita su ebrei e gay. Tavecchio dice che trattasi di ricatto per fondi non erogati. Qualcosa da chiarire nella vicenda a dire il vero c’è. Perché Sportlife pubblica l’intervista a Tavecchio mesi fa senza nessuna traccia di quelle frasi e poi ne diffonde, via Corriere, l’audio a novembre. Ricatto o non ricatto, in ogni caso, restano quelle frasi. E resta, per il governo e non solo, un “problema Tavecchio”.