Cateno De Luca, appena eletto in Sicilia con Musumeci, arrestato per evasione fiscale. “Impresentabile” segnalato da M5S

di Redazione Blitz
Pubblicato il 8 Novembre 2017 - 08:54 OLTRE 6 MESI FA
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Cateno De Luca (Udc), appena eletto in Sicilia, arrestato. Era tra gli “impresentabili” della lista M5S

ROMA – Cateno De Luca (Udc), appena eletto in Sicilia, arrestato. Era tra gli “impresentabili” della lista M5S. Voleva candidarsi a sindaco di Messina, Cateno De Luca, deputato regionale dell’Udc appena eletto e subito arrestato con l’accusa di evasione fiscale.

I carabinieri e la Guardia di Finanza, in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale di Messina a conclusione di indagini coordinate dalla Procura di Messina, hanno posto agli arresti domiciliari il neo deputato regionale De Luca e il presidente della Fenapi (federazione piccoli imprenditori) Carmelo Satta, in qualità di promotori di un’associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di una rilevante evasione fiscale di circa un milione 750 mila euro.

Leader di “Sicilia Vera”, era già stato arrestato nell’ambito dell’inchiesta per i lavori realizzati a Fiumedinisi, il paese in provincia di Messina di cui era sindaco e dove le sue aziende edili si sono aggiudicate i lavori. Per questo era nella lista dei cosiddetti “impresentabili” del centrodestra stilata dal Movimento 5 Stelle.

Rosy Bindi: “Gravissimo, il suo nome degnalato dalla Procura”. “Questo è un fatto gravissimo ma non è il primo, auguriamoci che possa essere uno degli ultimi”. Lo afferma la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, in riferimento all’arresto questa mattina di Cateno De Luca, neo deputato dell’Assemblea regionale siciliana posto ai domiciliari dalla Guardia di Finanza per evasione fiscale. “L’esito della mostra inchiesta sarà reso noto non appena completato. Il nome di De Luca – ha sottolineato Bindi, in riferimento al lavoro della Commissione sugli impresentabili, a margine di un convegno alla Fondazione Luigi Sturzo – era un nome non solo segnalatoci dal candidato Cancelleri, ma anche dalla prefettura e dalla procura competente. È l’ennesima dimostrazione che gli strumenti di cui disponiamo per tutelare l’elettorato attivo e passivo nel nostro Paese sono insufficienti”.

L’inchiesta della Procura di Messina. ”Lo schema evasivo emerso – dicono gli inquirenti – prevedeva l’imputazione di costi inesistenti, da parte della Federazione Nazionale a vantaggio del Caf Fenapi s.r.l., individuato quale principale centro degli interessi economici del sodalizio criminale. La frode si è sviluppata basandosi sul trasferimento di materia imponibile dal Caf alla Federazione nazionale, in virtù del regime fiscale di favore applicato a quest’ultima, che ha determinato un notevole risparmio di imposta”.

Nell’ambito dell’indagine sono state denunciate otto persone ed è stata disposta l’esecuzione del sequestro preventivo per equivalente fino all’ammontare dell’indebito risparmio di imposta, sia nei confronti degli arrestati che nei confronti della società Caf Fenapi, nei cui confronti è stata applicata la normativa in materia di responsabilità amministrativa degli enti.