Chi è Pina Picierno, capolista pd al Sud. Ieri De Mita, oggi Renzi, da sempre Franceschini

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 29 Aprile 2014 - 06:08| Aggiornato il 6 Marzo 2015 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Chi è Pina Picierno? Capolista del Pd nella circoscrizione Sud alle elezioni europee, è deputata pd da due legislature e responsabile per Legalità e Sud nella segreteria nominata da Matteo Renzi lo scorso 9 dicembre. Nata a Santa Maria Capua Vetere il 10 maggio 1981, è “sidicina”, cioè di Teanum sidicinum, l’antica Teano.

È cresciuta nella cittadina di 12 mila abitanti a nord di Caserta, ma si è diplomata al Liceo “Pedagogico e sociale” di Vairano Scalo. Dove peraltro ha iniziato la sua attività politica, da piccola leader del movimento studentesco.

L’università l’ha fatta a Salerno, Scienze della Comunicazione. Decisiva la tesi, sul “linguaggio politico di Ciriaco De Mita” (peraltro uno dei più indecifrabili “comunicatori” della prima Repubblica). Le varrà un 110 e lode con menzione, mentre poteva già contare sull’amichevole “protettorato” di De Mita, del quale la Picierno all’epoca parlava come “il mio mito”. Il Corriere del Mezzogiorno (marzo 2008) scrisse che “la Picierno è stata a lungo nella «covata» politica di De Mita” e inoltre che

 può definirsi una specie di «figlia d’arte», nel senso che la sua famiglia, originaria della frazione San Marco, è sempre stata impegnata in prima fila sulla scena politica locale e provinciale. Il padre Pasquale, ingegnere al Comune di Sessa Aurunca, è stato segretario cittadino della sezione della Margherita confluita ora nel Pd. Lo zio Raffaele è il sindaco in carica di Teano e candidato, per ora solitario, per il secondo mandato consecutivo alle prossime amministrative del 13 e 14 aprile

Di lì a poco arriverà la nomina a segretario dei giovani della Margherita. È il marzo del 2005. Il primo incarico politico della Picierno è accompagnato dalle prime polemiche, riportate da Repubblica:

PINA Picierno, 23 anni, di Teano, è stata eletta ieri presidente nazionale dei giovani della Margherita dall’assemblea del Movimento al termine dei tre giorni di convention a Napoli. Laureata in Scienze della comunicazione, Pina Picierno l’ha spuntata dopo le proteste che avevano accolto la sua candidatura nella serata di sabato. La delegazione del Friuli aveva addirittura restituito le deleghe. Contestato soprattutto l’improvviso emergere di un nome considerato vicino a Ciriaco De Mita, cosa che la Picierno ha poi confermato con una battuta: «Sono campana, e quindi demitiana». Decisivo alla fine per l’elezione il peso della pattuglia campana, con 80 delegati su 600. La stessa Picierno, dopo l’elezione, ha annunciato che l’assemblea federale sarà eletta tra una settimana. Quanto alle contestazioni, «tutto normale – ha commentato Dario Franceschini – siamo in democrazia».

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Quando la Margherita confluirà nel Pd, la ventiseienne Pina sarà nominata responsabile nazionale giovani nella segreteria di Veltroni (novembre 2007). Di lì a poco arrivano le elezioni politiche di aprile 2008: a quel punto sarà proprio De Mita a cedere il passo alla Picierno. Veltroni decide di non inserire l’uomo di Nusco (in Parlamento da 45 anni) nel listino bloccato nel quale capolista è la sua (ex) “protetta”. Fra maestro e allieva uno scambio di frecciate, ripreso da Monica Guerzoni nelle ultime righe di un ritratto della giovane candidata sul Corriere:

Pina Picierno studia da leader da quando, al liceo, militava nel movimento studentesco, poi si è iscritta a Scienze della comunicazione e ne è uscita con 110 e lode e tanto di menzione. La tesi? Sul linguaggio politico di Ciriaco De Mita. «È il mio mito», ha risposto per anni a chi le chiedeva chi fosse il suo modello ispiratore. Giovane è giovane, 26 anni e una passione per i berretti colorati, i gatti, i cioccolatini, le poesie di Pablo Neruda e il Pinocchio di Collodi: «Mi ricarica quando sono depressa». Ma politicamente, Pina da Teano (Caserta) non è propriamente una novizia.

«Da anni è impegnata in battaglie democratiche – ha detto di lei Walter Veltroni lanciandola come avversaria dell’ex presidente del Consiglio dal palco del teatro Pavone di Perugia – Vi presento la persona che sarà capolista dove era De Mita…». Con queste parole il segretario ha consegnato alla discepola dello statista di Nusco l’eredità di mezzo secolo di potere campano, o meglio l’onore e l’onere di voltar pagina.

E se è vero che De Mita ha accettato l’offerta di Pier Ferdinando Casini di correre con l’Udc, sarà una bella sfida per una che sotto l’ala protettrice di Cirì il Grande si è fatta le ossa: da responsabile dei giovani campani della Margherita a leader nazionale. E pazienza se molti suoi coetanei nel partito l’hanno sofferta più che amata. Pina aspettava questo momento da tempo e, se pure fosse preoccupata, di certo non lo darebbe a vedere. «Mi candido per dare voce alla mia generazione, i miei temi saranno Mezzogiorno, legalità e ambiente».

Di chi è la colpa per la Campania sommersa dai rifiuti? «Responsabilità diffuse, non è giusto che Bassolino sia il capro espiatorio».

E i voti di De Mita, riuscirà a trattenerli? «Mi pare difficile — ammette sgranando gli occhioni neri — ma ci proverò».
Giura che la nomination a capolista è stata una “fantastica” sorpresa. «Mi ha chiamato Walter Verini giovedì sera ed eccomi qua». Il responsabile della campagna elettorale del Pd l’ha molto sponsorizzata e non è l’unico, da che la Picierno nella Margherita è stata sì demitiana di ferro, ma anche un po’ rutelliana e, nell’ultima fase, molto franceschiniana.

La politica è la sua passione, ma non tutta la sua vita. «Sono felicemente fidanzata». Risata aperta con fossette, temperamento mediterraneo e, dicono quei giovani del Pd che ne soffrono il carisma e l’inventiva, un pizzico di spregiudicatezza politica. Un anno fa, stufa di «isterismi e visioni manichee», andò in piazza con l’Arcigay per promuovere la legge sulle coppie di fatto e aveva contro mezzo partito.

«Basta con le contrapposizioni strumentali tra laici e cattolici». Nel luglio scorso era ancora schierata in difesa di De Mita: «Non si può buttare dalla finestra la storia di chi è stato protagonista delle generazioni precedenti». Ma il nuovo avanza e adesso tocca a lei. «De Mita? E’ stato importante nella storia degli anni Ottanta, ma non si va via da un partito perché il leader decide di investire sui giovani».

Entrata in Parlamento, viene nominata dal Pd “ministro ombra per le politiche giovanili e le attività sportive”, l’incarico dura meno di un anno, come il “governo ombra” e la vita di Walter Veltroni come capo dell’opposizione. La Picierno, al riparo nell’AreaDem di Dario Franceschini, si schiererà poi per Pier Luigi Bersani nella sua sfida con Renzi alle primarie pd di fine 2012. La sua campagna anti-Renzi lascerà molte tracce su Twitter:

“Lo slogan Adesso di Matteo Renzi? Lo ha lanciato Franceschini nel 2009, mazza che svolta!”, “M’avanzano un sacco di cappellini della campagna di Renzi, che faccio li spedisco a lui o libero il mio garage?”, e ancora “il pluripensionato Vespa andrebbe rottamato prima di tutti. Peccato che Renzi non la pensi così”. Poi una bordata contro Renzi quando Bersani stava per vincere le primarie: “Se perdiamo le primarie il partito non tocchi i rottamatori, dice Renzi. Ma per chi ci ha preso per Renziani?!”.

Bersani batte Renzi e la Picierno viene rieletta deputata. Ma il Pd non vince le elezioni, Bersani non riesce a formare un governo e si dimette da segretario. Viene nominato come reggente Guglielmo Epifani e per la Picierno c’è un posto da responsabile Legalità nella nuova segreteria del Pd (maggio 2013). Lei ha il tempo di convertirsi sulla via di Firenze prima che l’onda montante del renzismo travolga avversari e sfidanti alle primarie democratiche di dicembre 2013. Così nella nuova segreteria Renzi l’unica riconfermata è proprio lei, Pina.

Le tappe della veloce carriera politica della sidicina, che farà gli anni di Cristo il prossimo 10 maggio, sono sempre accompagnati da polemiche. Quando va a formare le liste pd per le elezioni europee, Renzi all’ultimo giubila il sindaco di Bari Michele Emiliano – al quale aveva promesso il posto da capolista al Sud, in cambio dell’appoggio alle primarie – e lancia la Picierno come frontwoman per la circoscrizione Meridionale. Emiliano non ci sta a fare da secondo e rinuncia del tutto a candidarsi. Al suo “Obbedisco, farò campagna elettorale per lei” non crede nessuno. Anche perché la definisce come “Donna competente e giovane dal punto di vista anagrafico, ma politicamente parlando è ben più anziana di me”.

È la prima volta che la deputata di Teano deve procacciarsi i voti: alle europee ci sono le preferenze, mentre lei finora è stata sempre eletta in liste bloccate. Tornerebbe utile una mano dai pezzi grossi del pd meridionale, nonché dal partito. Che però ha accolto con freddezza la capolista imposta da Renzi. La accusano di non essersi mai fatta vedere sul territorio. A un comizio del bassoliniano Andrea Cozzolino lui parla e raccoglie applausi, lei fa solo un breve saluto. Conchita Sannino, Repubblica:

Accanto a lui, dov’è arrivata in ritardo, un po’ smarrita, sorride con gelo Pina Picierno, la capolista calata dal premier Matteo Renzi sui diffusi mal di pancia dei democrat nel Mezzogiorno. Le 19, teatro Mediterraneo. Cozzolino arringa la folla, la Picierno fa un saluto bonsai. Lui parla, lei applaude. Sembra lui il capolista e lei la supporter. E in platea lo notano tutti. […] «Ti prego, non ci siamo sentiti. In genere dico sempre la verità. Meglio, dunque, se taccio». «Picierno? No, scusami, sono in riunione». C’è imbarazzo, grande imbarazzo tra tante donne del Partito democratico della Campania nel commentare la candidatura della trentatreenne deputata casertana Pina Picierno come capolista nel Mezzogiorno alle elezioni europee del 25 maggio. Imbarazzo per la sua scarsissima presenza sul territorio e quasi paura di porsi contro il leader Matteo Renzi che ha già insediato a dicembre la sua pupilla nella segreteria nazionale del Pd con responsabilità per il Sud e la legalità. Una candidatura che ha spinto il sindaco di Bari Michele Emiliano, al quale era stato proposto inizialmente il numero uno, a farsi da parte indebolendo una lista già debole. Candidatura della Picierno che non piace a tante donne, ma che convince invece la deputata napoletana Valeria Valente: «Il mio è un sincero apprezzamento per le cinque capolista provenienti da un percorso istituzionale e politico».

Con Assunta Tartaglione, renziana e neosegretaria del Pd campano, volano gli stracci in Parlamento: la Picierno le dà della “pescivendola”. Riporta Repubblica:

«Sei una pescivendola». Saltano i nervi a Pina Picierno […] che ha apostrofato così in Transatlantico Assunta Tartaglione, segretario regionale del partito. «Pescivendola» perché la Tartaglione non avrebbe ancora eseguito l’ordine della Picierno di convocare una riunione con i capicorrente del Pd in Campania per organizzare il consenso in suo favore. “Nominata” due volte alla Camera, la 33enne Pina Picierno è infatti preoccupata per il primo test elettorale con le preferenze a cui è chiamata nella sua breve ma già intensa carriera politica che l’ha vista passare da De Mita a Franceschini fino al recente sbarco renziano nella segreteria nazionale del Pd.

Intanto l’ex allieva continua a scambiarsi stoccate con il suo ex maestro. Repubblica:

«Picierno? Ne ho perse le tracce». De Mita parla in una pausa durante una lezione al Suor Orsola Benincasa: «Io ho avuto la presunzione di aiutare i giovani a crescere. Chi ha appreso conserva le conoscenze, chi sceglie le scorciatoie dimentica il punto di partenza». Poi un secondo messaggio: «Non ho mai creduto ai capilista. Ai miei tempi si facevano in ordine alfabetico e se c’era una personalità riconosciuta per titoli ed esperienza lo si metteva capolista. Normalmente i capilista erano i primi eletti, vediamo i risultati». Un avvertimento non casuale. Nominata due volte alla Camera, la Picierno dovrà ora misurarsi per la prima volta con le preferenze. Un mondo a lei sconosciuto. Abbandonato rapidamente De Mita, è stata a lungo vicina all’area Dem di Dario Franceschini per passare definitivamente a Renzi sempre attraverso nomine e candidature in liste bloccate. Molto attiva a Roma, ma poco presente sul territorio della Campania non dovendo preoccuparsi fino ad oggi del consenso, la Picierno affronta un mondo nuovo in una eurolista per il Sud

De Mita nel frattempo si è candidato a sindaco di Nusco. La Picierno, intervistata da Conchita Sannino, commenta così:

«De Mita è stato un importante uomo politico e per me, interessante oggetto di studio per la tesi. Ed è troppo saggio per ricevere consigli da me. Poi bisogna vedere se i cittadini premiano o meno le sue scelte. Una volta le premiavano di più. L’augurio sì, ce l’ho. È che, tra dieci anni, non decida di candidarsi come amministratore di condominio».

La capolista pd, che sul suo utilizzatissimo profilo Twitter si presenta come “Caratteraccio. Dico sempre quello che penso e sono testarda come un mulo”, è antipatica a molti. Non tutti necessariamente del suo partito. È dello scorso weekend lo scontro col grillino Angelo Tofalo, che (su Twitter, e dove se no?) l’ha accusata di essere una “velina” che “è lì solo grazie a Franceschini”. Nell’arena di Servizio Pubblico l’abbiamo vista beccarsi con Travaglio e la M5S Paola Taverna.

Il problema della soi disant “testarda” campana, che sul curriculum si presenta come “comunicatrice d’impresa” e “autrice di testi televisivi”, è che non le dispiace affatto di buttarsi nella mischia dei talk show. Dove però le possono capitare avversari come il gentleman leghista Massimo Polledri. Era il 2011, governo Berlusconi ancora in piedi. Una mattina come tante ad Agorà, Raitre. La Picierno accusò la Lega di un “celodurismo” esibito a Pontida che poi si trasforma a Roma in un “calarsi le braghe” davanti ai diktat berlusconiani. Risposta: “Se ci caliamo le braghe noi, può esserci una bella sorpresa per te”.

Se al presenzialismo televisivo ha pagato il prezzo di una battuta volgare, alla scarsa presenza sul territorio rischia di pagare il più caro prezzo di una batosta elettorale. Lei mette le mani avanti: “Nemmeno Maradona vince da solo. E io non sono Maradona. Sono una donna di partito. E un partito è una squadra dove, per definizione, si vince insieme”. E si perde da soli.